Non bastavano le ondate di caldo estremo, i tornado, la grandine, le colture distrutte, il rischio di tumori e ogni altro genere di calamità associata oramai da una miriade di studi scientifici all’inquinamento atmosferico provocato dall’uomo. Perché alla lista si aggiunge ora anche l’infarto. Una ricerca presentata al congresso 2022 dell’European Society of Cardiology (ESC) collega infatti l’inquinamento atmosferico e gli attacchi di cuore, in particolare tra i non fumatori.

Lo studio ha analizzato le associazioni tra ossido nitrico, particolato con un diametro inferiore a 10 micrometri (PM10) e condizioni meteorologiche con l’incidenza di infarto del miocardio nella zona di Berlino. I dati hanno evidenziato che, nel periodo in esame, l’infarto miocardico era significativamente più comune nei giorni con elevate concentrazioni di ossido nitrico e quando nei tre giorni precedenti c’era stata un’elevata concentrazione media di PM10. Mentre l’incidenza nei fumatori non mostrava di essere influenzata dalle concentrazioni di queste sostanze. L’autrice dello studio, Insa de Buhr-Stockburger del registro degli infarti miocardici di Berlino Brandeburgo (B 2 HIR), ha affermato che “lo studio indica che l’aria inquinata è un fattore di rischio per l’infarto miocardico acuto e che sono necessari maggiori sforzi per ridurre l’inquinamento da traffico e combustione”.

La studiosa precisa che “la causalità non può essere stabilita da uno studio osservazionale. È plausibile che l’inquinamento atmosferico sia una concausa dell’infarto miocardico, dato che l’ossido nitrico e il PM10 promuovono l’infiammazione, l’aterosclerosi è in parte causata da processi infiammatori e non sono state trovate associazioni nei fumatori”. Nello specifico, ha aggiunto: “”La correlazione tra inquinamento atmosferico e attacchi di cuore nel nostro studio era assente nei fumatori. Ciò potrebbe indicare che l’aria cattiva può effettivamente causare attacchi di cuore poiché i fumatori, che si autointossicano continuamente, sembrano meno colpiti da ulteriori inquinanti esterni”.

Quanto alle sostanze in questione, l’ossido nitrico si origina dalla combustione ad alte temperature, in particolare dai veicoli diesel. Anche la combustione è una fonte di PM10, insieme all’usura di freni e pneumatici e alla polvere. Lo studio ha raccolto dati da 17.873 pazienti che avevano subito un infarto del miocardio tra il 2008 e il 2014. I dati sugli eventi acuti sono quelli del database del registro degli infarti miocardici di Berlino Brandeburgo (B 2 HIR), e così quelli sulle caratteristiche di base dei pazienti come sesso, età, abitudine al fumato e diabete. Le concentrazioni giornaliere di PM10 e ossido nitrico in tutta la città sono state fornite dal Senato di Berlino, mentre le informazioni sulle condizioni meteo sono state recuperate dalla stazione meteorologica di Berlino Tempelhof.

di Gianmarco Pondrano Altavilla

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