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Zaia prova a spingere il centrodestra sui diritti: “La malattia è l’omofobia, non l’omosessualità. Basta tabù, si offre opportunità agli avversari”

il governatore del Veneto, intervistato dalla Stampa, chiede al suo partito e agli alleati un cambio di passo anche su temi sui quali finora c'è stata sempre chiusura: "Il centrodestra deve cambiare pelle rispetto a trent'anni fa, mi aspetto che sia più inclusivo e attento ai cambiamenti, libero dai complessi di inferiorità sul versante culturale e dai tabù in materia di diritti, nuove famiglia e sessualità"
Zaia prova a spingere il centrodestra sui diritti: “La malattia è l’omofobia, non l’omosessualità. Basta tabù, si offre opportunità agli avversari”
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“L’omosessualità non è una patologia, l’omofobia invece sì”. Luca Zaia prova a spingere il centrodestra sui diritti: il governatore del Veneto, che da tempo si propone come volto moderato della Lega, chiede al suo partito e agli alleati un cambio di passo anche su temi sui quali finora c’è stata sempre chiusura. Il ddl Zan è stato affossato dal centrodestra, con la Lega e Matteo Salvini in testa. Ma più in generale su diritti Lgbt, eutanasia, adozioni e matrimoni il centrodestra ha sempre fatto cieca opposizione. Ora Zaia pretende un cambiamento: “Il centrodestra deve cambiare pelle rispetto a trent’anni fa, mi aspetto che sia più inclusivo e attento ai cambiamenti, libero dai complessi di inferiorità sul versante culturale e dai tabù in materia di diritti, nuove famiglia e sessualità“.

Nella sua intervista a La Stampa, il presidente della Regione Veneto spiega perché sia necessaria una svolta, anche dal punto di vista della convenienza elettorale: “E’ una questione di libertà e di rispetto, chi non lo comprende è fuori dalla storia e offre agli avversari l’opportunità di imbastire battaglie ideologiche, magari con finalità diversive“. Il messaggio di Zaia è: non offriamo al centrosinistra argomenti facili per attaccarci. Ma il suo pensiero è rivolto anche a un’orizzonte che va oltre il 25 settembre e guarda alle future generazioni: “Non si governa sondaggi alla mano, bisogna pensare alle nuove generazioni non alle prossime elezioni. Sul piano dei contenuti, mi dispiace che in questo avvio di campagna elettorale si parli poco dei giovani. Chi prescinde da loro o si limita a lisciarli con parole di circostanza, non favorisce il progresso, ma il declino dell’Italia”.

Tradotto: man mano che i giovani crescono, alcune tematiche diventeranno sempre più importanti. Zaia lo aveva già spiegato meno di due settimane fa parlando al Corriere della Sera: “Dobbiamo guardare in faccia una realtà che è cambiata in un modo che fino a non molto tempo fa era difficilissimo da prevedere. In cui le risposte che ci eravamo dati rischiano di risultare inadeguate. E dunque, potremmo anche vincere le elezioni. Ma se non lanciamo il cuore oltre l’ostacolo, rischiamo di costruire un governo che finisce un’epoca senza iniziarne una nuova”. Il governatore sottolineava infatti che “non possiamo lasciare alla sinistra il monopolio del pensiero sociale, non possiamo appaltare ad altri riflessioni sull’ambiente, che è un tema che coinvolge intere filiere”. Il centrodestra “non deve avere paura di alcun argomento: arrivo a dire che noi dobbiamo avere un punto di vista anche su sessualità e ‘nuove famiglie‘ che non sia un riflesso condizionato. Essere di centrodestra non vuol dire coccolare amarcord ideologici“.

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