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Jason Priestley rinnega Brandon Walsh di Beverly Hills 90210: “Mi sarei giocato la carriera e sarei finito nel dimenticatoio”

Jason Priestley è un anti-nostalgico ma a ventidue anni di distanza dall’ultimo puntata di Beverly Hills 90210 è costretto a fare i conti con l’ingombrante presenza del personaggio che gli ha regalato il successo e la popolarità global

di Francesco Canino

“Se ho rinnegato Brandon Walsh? In un certo senso, ma solo per proteggermi”. Jason Priestley è un anti-nostalgico ma a ventidue anni di distanza dall’ultimo puntata di Beverly Hills 90210 è costretto a fare i conti con l’ingombrante presenza del personaggio che gli ha regalato il successo e la popolarità globale. “Non potrò mai dimenticarlo né manifestare altro che non sia pura gratitudine per quell’opportunità che all’epoca aveva del pionieristico”, racconta in un’intervista a Vanity Fair in cui fa i conti con l’iconica serie, con le prese in giro della figlia (per quei look anni ’90) e ricorda l’amico di sempre Luke Perry.

JASON PRIESTLEY RINNEGA BRANDON E CHIUDE COL PASSATO – Jason Prestley lo ammette senza mezzi termini: “Preferisco evitare di alimentare la nostalgia“. E alla giornalista che gli chiede dell’esperienza lavorativa che gli ha cambiato la vita, risponde: “Ci crede che a casa non ho nulla del set di Beverly Hills? E a dirla tutta non l’ho avuto mai. Chi guarda indietro rischia di perdersi tanto e di andare a sbattere”. E con ironia ammette di essere invecchiato ma di non provare rancore, neppure quando la figlia rivede qualche vecchio episodio della serie fenomeno e lo prende in giro: “Dice che i jeans a vita alta mi fanno sembrare ridicolo ma adorabile”. In realtà, i ricordi di quell’esperienza sono piuttosto agrodolci e confessa di essersi sentito solo “un ingranaggio che veniva sfruttato, spremuto. Correvo per non essere schiacciato dalla ruota, finché non ho deciso di scendere”. Così, ad un certo punto, mollò la serie: colpa della virata in stile soap della sceneggiatura e del terrore di restare imprigionato nel ruolo di Brandon anche dopo Beverly Hills. “Mi sarei giocato la carriera e sarei finito nel dimenticatoio o relegato per sempre nel ruolo di Brandon». Per questo ha lo ha “rinnegato” ma «solo per proteggermi”, precisa: “Non potrò mai dimenticarlo né manifestare altro che non sia pura gratitudine”.

IL FLOP DEL REMAKE DI BEVERLY HILL 90210 – L’attore ammette di aver deciso di lasciare quando la storia aveva preso una piega che non gli piaceva più: a quel punto capì che era arrivato il momento giusto per mollare “e da allora mi sono concentrato attivamente a scegliere progetti che fossero lontanissimi da lui”. Quanto al remake di Beverly Hills 90210, che fu un flop colossale, ammette: “Nonostante le più nobili intenzioni c’era troppa gente che voleva dire la sua e gestire il progetto. Ma una nave non può che avere un solo capitano. Il risultato è stato un prodotto ibrido che non aveva una chiara identità, mentre inizialmente tutti noi del cast eravamo entusiasti all’idea di mostrare una parte della storia che avevamo condiviso e che probabilmente ci ha cambiato la vita”. Con Beverly Hills resta comunque un debito di riconoscenza: per la prima volta sperimentò la regia e dopo la serie cominciò a girare film non solo come interprete ma anche come regista. Il prossimo? Keeper of the Cup, che dirige e interpreta con William “Kirk” Shatner.

IL RICORDO DELL’AMICO LUKE PERRY – Nell’intervista a Vanity Fair c’è spazio anche per un intenso ricordo dell’amico e collega Luke Perry, il mitico Dylan di Beverly Hills 90210, scomparso nel marzo del 2019 a causa di un ictus. “Era un ragazzo straordinario, una di quelle persone che trova sempre il tempo per gli altri, con una spiccata sensibilità verso la disabilità. Aveva un animo generoso e sempre attento a chi lo circondava. Per noi colleghi è stato un’ispirazione, un modello, e il pubblico lo sa, ha visto il suo cuore gigante”, dice. “Per un certo periodo, poi, abitavamo in case vicinissime a Los Angeles e ci vedevamo spessissimo, il che ha reso la perdita ancora più sconcertante. Ecco perché la sua perdita è grande, non solo per la famiglia di Beverly Hills ma per il mondo. Di creature così speciali non ne nascono tante”.

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