Anche la Germania combatte con la scarsità d’acqua. La situazione è sempre più drammatica: i periodi di siccità sono più lunghi, l’agricoltura e l’industria si contendono le fonti idriche con la cittadinanza. Già un anno fa il presidente dell’Ufficio federale tedesco per la difesa della popolazione e aiuti nelle catastrofi (BBK), Armin Schuster, aveva suggerito un impiego prudente dell’acqua dopo che in estate diverse località erano rimaste a secco. L’acqua potabile viene ricavata nella Repubblica Federale tedesca per il 62% da fonti freatiche, per il 30% da fonti superficiali e per l’8% da sorgenti, ma le percentuali sono diverse a seconda delle regioni. Così in Assia, Renania Palatinato e Saarland per il 72% fino al 100% si preleva acqua da fonti freatiche sotterranee che per la forte richiesta in estate non ce la fanno più a rigenerarsi. In Nord-Reno Vestfalia, Turingia, Sassonia e Sassonia Anhalt, dal 40 al 60% deriva da bacini di superficie (cioè dighe, fiumi, laghi) da cui viene purificata. Al sud invece l’acqua di sorgente copre circa il 22%, ma anche qui è un bene scarso. Anche se per l’Ufficio meteorologico nazionale le precipitazioni dal 1950 sono aumentate del 25%, l’acqua piovana non rinnova la falda e attraverso canali sotterranei finisce principalmente in mare.

Diversi comuni devono perciò ormai limitare l’uso dell’acqua, perforare nuovi pozzi per pescarla più in profondità perché è inquinata da nitrati, o veicolarla con condutture lunghe chilometri per prenderla almeno per gli usi agricoli dai fiumi, con maggiori costi per tutta la popolazione. Ad esempio, a Königstein im Taunus, fuori da Francoforte, l’acqua potabile non può più essere usata per annaffiare le piante o riempire le piscine. A Starnberg, in Baviera, viene razionata all’industria ed il locale birrificio, che non ha una fonte propria, ha dimezzato la produzione: anziché 200 mila hl all’anno di acqua può usarne solo un quarto. A Bergtheim, un comune di circa 3mila abitanti nella Franconia bavarese, i pozzi della centrale idrica non forniscono più abbastanza acqua e quella che c’è dev’essere mischiata con altra per abbassare il livello di nitrati dovuti all’inquinamento della falda derivante da concimi agricoli e da reflui degli allevamenti.

Quello dell’infiltrazione di nitrati è un problema molto serio che si aggiunge alla scarsità idrica. Lo si regista da Petershagen, in Nord-Reno Vestfalia, fino all’area di Groβenkneten, in Bassa Sassonia, dove si sono dovute già chiudere diverse sorgenti per il superamento della soglia di 50 mg/l. Occorrerebbero degli impianti di desalinizzazione idonei che raddoppierebbero i prezzi, ma ormai si è in ritardo. Il ministero per l’Ambiente è chiamato a presentare al gabinetto dei ministri una strategia nazionale per l’acqua entro fine anno. Il Paese, oltre che contrastare la penuria, rischia infatti sanzioni milionarie dall’Ue per non aver saputo per trent’anni, soprattutto nella Germania nordoccidentale, rimediare all’inquinamento della falda, nonostante tanti interventi legislativi.

Tre estati secche dal 2018 al 2020 hanno poi già messo in luce l’urgenza del lavoro degli idrogeologi per calcolare dove aprire nuovi pozzi, così come degli studi di ingegneria per progettare impianti di purificazione e recupero anche delle acque piovane, indispensabili per far fronte alle necessità crescenti anche per l’aumento demografico. Nel bacino di Francoforte, ad esempio, sempre più persone hanno bisogno di più acqua ed è in corso di progettazione un impianto per ricavarla attraverso delle speciali membrane di purificazione da un bacino idrico che raccoglie acqua piovana dalle strade delle città vicine. Ma è una corsa contro il tempo, con temperature che anche in Germania arrivano questa settimana a toccare i 40 gradi.

I dati dei satelliti Grace del Global institute for water security canadese (GIWS), la National aeronautics and space administration statunitense (NASA) e del tedesco Deutschen Zentrum für Luft- und Raumfahrt (DLR) mostrano che la Germania sta perdendo 2,5 chilometri cubici di acque dolci all’anno. Di questo passo, in 20 anni ne avrà perduta tanta quanto il lago di Costanza. I grossi colpevoli secondo il Bundesverband der Energie- und Wassenwirtschaft (BDEW) non sono le famiglie: mentre in media usavano 147 litri all’anno nel 1990, oggi grazie a maggiore attenzione e migliori elettrodomestici ne impiegano solo 127. I colpevoli sono per l’80% la produzione alimentare e industriale. Uno studio della Technische Universität di Berlino per conto dell’Ufficio federale dell’ambiente computa che questo fa salire la cosiddetta “impronta idrica” pro capite dei tedeschi a 7.200 litri al giorno. Per ridurla, urgono maggior coscienza ed impegno dall’industria e migliori sistemi di irrigazione, insieme a tecnologie di recupero delle acque di scarico e più aree verdi, come tra l’altro suggerito nel Rapporto mondiale sull’acqua dell’Unesco. Tanto più se si considera che appena il 2,5% dell’acqua del pianeta è potabile e di questa il 68,9% ghiacciato e solo lo 0,3% è raggiungibile in superficie.

Su tutto si innesca prepotente il riscaldamento del clima che gli esperti vedono, per i ritardi della politica, avviarsi verso i 3 gradi in dieci anni, anziché fermarsi alla soglia di 1,5. Anche se Olaf Scholz lunedì all’incontro a Berlino del Petersberger Klimadialog con i rappresentanti di una quarantina di Stati, affiancato dalla ministra degli Esteri Annalena Baerbock, ha assicurato che la Germania raggiungerà i traguardi climatici prefissati e non vuole tornare al carbone, sta di fatto che nel 2022 per effetto delle sanzioni alla Russia, quest’ultimo si avvia ad essere la fonte energetica principale aumentando ancora le emissioni di CO2. Ciò, nonostante l’espansione delle fonti alternative. L’eolico, secondo l’associazione di categoria BWE (Bund Verband Wind Energie) è ancora del 20% indietro rispetto ai piani della coalizione. Occorrono più autorizzazioni e permessi più veloci finanche per portare il materiale ai cantieri, lamentano. Se nel 2019 si erano costruiti impianti per 2.092 Megawatt, nel 2020 per 3.055 e nel 2021 per 4.199, nel primo semestre di quest’anno per BWE si è per ora ad appena 1.536 MW.

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