Il giro di boa dei 40 anni è arrivato anche per l’erede al trono d’Inghilterra, il principe William, che il 21 giugno festeggia il suo compleanno. La foto scelta per celebrare l’evento attraverso il suo account Twitter lo ritrae sereno e sorridente durante una vacanza insieme alla sua famiglia: il duca di Cambridge in abiti informali insieme ai suoi tre figli sembra il ritratto della felicità da trasmettere via social, canale di cui ormai non possono più fare a meno neppure i membri della famiglia reale inglese se vogliono rinverdire l’immagine della monarchia e togliere un po’ di muffa da un’istituzione che a molti pare ormai stantia e inutile.

Va detto che i sudditi inglesi sono ancora molto affezionati alla loro Regina, di recente festeggiata in pompa magna durante il Giubileo di Platino in onore dei 70 anni di regno di Elisabetta II; ma viene spontaneo chiedersi che ne sarà della Corona inglese dopo di lei. A succederle sarà ovviamente il suo primogenito Carlo che però, avendo già 73 anni, figura senz’altro come uno dei più attempati eredi al trono e proprio per questo motivo potrebbe abdicare in favore di William, secondo in linea di successione – non tanto per motivi di stanchezza, vecchiaia o affetto nei confronti del figlio, ma per convenienza e opportunità istituzionali, dato che una royal family composta da un Re e da una Regina consorte più giovani e trendy rivestirebbe la monarchia britannica di quello smalto di modernità e freschezza di cui ha bisogno per essere accettata e benvoluta almeno dai cittadini inglesi.

E’ da una vita che il primogenito di Carlo e Diana si prepara a diventare Re e questo destino inevitabile certamente è stato croce e delizia della sua giovane esistenza sin dall’infanzia, sin da quando i capricci, le marachelle e i litigi con il fratello Harry venivano soppesati in maniera totalmente diversa: non perché il ribelle dai capelli rossi fosse più piccolo ma perché poteva smarcarsi da responsabilità, etichette e protocolli più facilmente, non essendo costretto a portare il fardello del successore al trono. E così mentre Harry diventava “la pecora nera”, il capro espiatorio sul quale scaricare anche colpe inesistenti, William doveva essere il Principe perfettino che non poteva permettersi alzate di testa e gesti sconsiderati.

La stessa tragica e dolorosa perdita della madre, la compianta principessa Diana, è stata vissuta in maniera diversa da William e Harry nella volontà di onorarne la memoria, il primo evitando di ripetere l’errore di un matrimonio sbagliato e quindi prendendo in moglie una ragazza di buona famiglia perfettamente incline all’etichetta di corte e assolutamente adattabile al destino di futura Regina, il secondo cercando di esaltarne l’anelito alla libertà e all’autodeterminazione, con atteggiamenti ribelli ma anche assunzioni di responsabilità, come quello di rinunciare ad essere un membro attivo delle famiglia reale. Perché, a mio avviso, il fidanzamento e il matrimonio con Meghan Markle non è stato la causa del deterioramento dei rapporti fra Harry e William, tutt’al più la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la prospettiva di una via di fuga da una “prigione” nella quale Harry sostiene siano reclusi suo fratello e suo padre, una gabbia dorata divenuta soffocante soprattutto dopo il periodo di crisi esistenziale vissuto da Meghan quando era in attesa del piccolo Archie.

In questa ottica è da leggersi l’allontanamento tra i due fratelli, che in quella cupa giornata del settembre 1997 tutti ricordiamo sfilare poco più che bambini fianco a fianco con la testa bassa dietro il feretro della loro mamma, senza neppure potersi permettere il lusso di versare una lacrima in pubblico. Ma contrariamente a quanto affermano alcuni esperti, la tensione nei rapporti familiari di William non riguarda solo il fratello Harry, ma anche il padre Carlo e la moglie di quest’ultimo Camilla. Il biografo Robert Jobson, parlando in un libro dei frequenti scatti d’ira di cui William soffrirebbe quando non è costretto a mostrarsi in pubblico, descrive l’erede al trono come un uomo dal carattere suscettibile e spesso difficile da gestire, tanto da provocare soventi discussioni con il padre Carlo e soprattutto con Camilla, che non tollererebbe i toni altezzosi e poco rispettosi del Principe, convinto di essere sullo stesso piano del genitore in quanto entrambi eredi al trono.

Per una volta un ritratto che ci consegna un William spogliato della sua allure patinata di Principe imperturbabile e perfetto e che non identifica Harry come quello sempre sbagliato e fuori posto; in entrambi i casi l’immagine di due fratelli con le proprie umane debolezze, prima ancora che un futuro Re e un “principe dimezzato”.

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