“In quasi sessant’anni di vita non ho mai visto una situazione del genere”. Giulio Giovesi è un agricoltore di Parabiago, un comune a nord ovest di Milano. Cammina in mezzo alle spighe mostrando i chicchi: “Vedi sono piccoli. Non si sono sviluppati a causa della mancanza d’acqua. Così avranno meno glutine e avranno un valore inferiore per la panificabilità”. Questa zona ha vissuto un periodo di siccità di oltre cento giorni. La fonte d’acqua principale qui è il canale Villoresi che parte dal Ticino ed è lungo 86 chilometri. “Solitamente ha una competenza di 55 metri cubi d’acqua ma in questo momento stiamo andando a 35 metri cubi, dunque poco più della metà” spiega Claudio Sartore, coordinatore Macroarea Nord del Consorzio Est Ticino Villoresi.

Per far fronte a questa situazione si è deciso di alternare la possibilità di irrigare i campi ogni quindici giorni. “Storicamente la rotazione era settimanale ma quest’anno abbiamo dovuto allungarla a quindici giorni” racconta Sartore ricordando che non era mai successo in questo periodo dell’anno. L’acqua dunque è dimezzata ma “con queste temperature il mais va in stress perché andrebbe irrigato settimanalmente” spiega un altro agricoltore Kevin Giovesi associato a Coldiretti. Nei suoi campi utilizzano l’irrigazione a pioggia e non a scorrimento che prevede l’utilizzo di meno acqua. Del resto, come ricorda Sartore, “l’acqua è un bene che non si può produrre, l’unica soluzione è farne un utilizzo oculato”.

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