Due settimane fa festeggiava sui social l’applicazione di misure cautelari nei confronti dei presunti spacciatori di Bologna (la famiglia protagonista dell’ormai famosa citofonata della campagna elettorale in Emilia Romagna nel gennaio 2020). Oggi invita gli italiani a votare sì al referendum che impedirà di applicare misure cautelari in caso di reiterazione di reati non violenti, cioè l’esigenza che si presenta quasi sempre nel caso di spaccio di stupefacenti. Il soggetto è sempre lo stesso: Matteo Salvini. Il leader della Lega oggi ha presentato insieme al governatore lombardo Attilio Fontana la campagna per il sì al referendum del 12 giugno. “Per reati gravi continuerà a esserci la custodia cautelare”, si giustifica Salvini alla domanda del fattoquotidiano.it. Ma non è vero: se vincessero i sì diventerebbe impossibile disporre qualsiasi misura cautelare motivandola con il rischio che l’indagato/imputato commetta di nuovo il reato di cui è accusato o altri simili, se questi non implicano l'”uso di armi o di altri mezzi di violenza personale”.
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