Immaginate di dover testare migliaia di persone per l’eventuale positività a Sars Cov 2 e di avere poco tempo. Affidarsi anche al più rapido dei tamponi vi porterebbe via troppo tempo. E allora? Beh, come per tanti altri problemi la risposta è offerta dal migliore amico dell’uomo, il cane. Dopo cani pompieri, cani bagnini, cani poliziotto cani anti-droga, cani da tartufo e ogni altro possibile erede di Lassie, Zanna Bianca e Rin Tin Tin, ecco che uno studio conferma le enormi potenzialità dei cani anti-Covid.

Un gruppo di cani appositamente addestrati appartenenti ai vigili del fuoco francesi e al ministero dell’Interno della Emirati Arabi Uniti sono stati coinvolti in un esperimento per valutare la loro capacità di individuare a fiuto il Covid in campioni di sudore e saliva umani. Risultato, la sensibilità dei test “canini”, vale a dire la capacità del test di identificare i soggetti che presentano la malattia è risultata maggiore di quella dei test nasofaringei, anche se la specificità è stata più bassa (con il rischio quindi di più falsi positivi).

Gli studiosi – che hanno pubblicato i risultati del loro esperimento sulla rivista scientifica Plos One – avevano selezionato 335 individui adulti dei quali 143 sintomatici e 192 asintomatici: 109 dei 335 erano risultati positivi a un test nasofaringeo molecolare. Raccolti campioni di saliva e di sudore dai partecipanti, con le dovute precauzioni, i ricercatori li hanno sottoposti al giudizio dei cani. I risultati sono stati straordinari. La sensibilità complessiva del rilevamento canino è stata del 97 per cento, raggiungendo il 100 per cento per gli individui asintomatici. La specificità era del 91 per cento, raggiungendo il 94 per cento per gli individui asintomatici. Tra i 234 partecipanti che hanno accettato il test antigenico nasofaringeo, la sensibilità del rilevamento canino era maggiore di quella del test antigenico (97 per cento contro 84 per cento), ma la specificità era inferiore (90 per cento contro 97 per cento).

Questi eccellenti risultati hanno indotto i ricercatori a sostenere l’urgenza di ulteriori esperimenti per confermare maggiormente quanto da loro appreso, in vista di un utilizzo massiccio di questi cani per lo screening su larga scala anti-Covid. Competizioni sportive, spettacoli teatrali, concerti, convention e ogni altra forma di assembramento potrebbero essere rapidamente vagliati grazie alla collaborazione dei nostri amici a quattro zampe, con anche un enorme risparmio di costi e potenzialmente un più efficiente contenimento della diffusione del virus.

Gianmarco Pondrano Altavilla

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