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Giubileo della Regina, ecco perché si è vestita di verde brillante (no, la scelta dei colori non è a caso)

Elisabetta II, fedele al suo profondo senso del dovere, non ha deluso le attese e ha rivolto il suo saluto a chi l’ha celebrata, regalando una foto di gruppo (ristretto) e una lettera

di Antonella Zangaro

Tre minuti per dire grazie, affacciata sul balcone di Buckingham Palace tirando un sospiro di sollievo su un Giubileo di Platino durato quattro giorni senza lasciare spazio a sbavature. Elisabetta II, fedele al suo profondo senso del dovere, non ha deluso le attese e ha rivolto il suo saluto a chi l’ha celebrata, regalando una foto di gruppo (ristretto) e una lettera. Unico il messaggio: come vedete, le nuove generazioni sono in campo, ma io non me ne vado. “Resto impegnata a servirvi al meglio delle mie possibilità, supportata dalla mia famiglia”, la frase cruciale del comunicato a sua firma diffuso nella serata di domenica. Io resto il capo, loro sono e saranno sempre più il mio volto pubblico. E “loro” erano tutti schierati accanto a lei sul balcone delle cerimonie: Carlo, William e George; la linea della continuità. Compreso il piccolo Louis che difficilmente sarà re ma già promette fuochi d’artificio dopo aver monopolizzato l’attenzione per la sua esuberante ed incontenibile simpatia.

Lui è sicuramente il vincitore indiscusso di ogni classifica di gradimento del Giubileo di Platino. Nella giornata conclusiva è persino riuscito a restituire al nonno Carlo quell’immagine affettuosa e premurosa che Harry, il figlio ribelle, gli aveva sempre rinfacciato di non avere. Louis in braccio al nonno, durante la parata, ha chiuso ogni polemica. E se i colori hanno un senso, la scelta dei Duchi di Cambridge negli ultimi giorni è stata chiara. La famiglia ha indossato quelli della bandiera, la Union Jack. Sul balcone del saluto finale, William ed i bimbi erano il blu, la piccola Charlotte in bianco e mamma Kate in rosa lampone, tanto vicino al rosso. Idem la sera precedente quando Kate era in bianco, la piccola in rosso e gli uomini di casa Cambridge in blu. Colori e simboli anche e soprattutto per Elisabetta II, la “Regina Arcobaleno”, che, a conferma del suo amore per i toni pastello, ieri era in verde brillante.

Due le ragioni principali. La prima legata all’eterna questione della riconoscibilità. Un colore così sgargiante ha restituito a tutti la possibilità di identificarla più facilmente, anche in lontananza. Ma c’è un secondo aspetto, altrettanto importate, seppur più intimo. Il verde Edimburgo, nella versione più scura, è il colore indossato dalla sovrana lo scorso Marzo, in occasione della funzione in memoria di Filippo, Duca di Edimburgo. Lui è stato il grande assente di questa festa che Elisabetta ha voluto portare con sé.

I bene informati hanno ricordato il rapporto speciale della sovrana con l’uomo che ha sposato e amato per tutta la vita. “Un vero uomo alfa” lo descrive qualcuno spiegando che quello era il profilo ideale per una donna come lei, poco incline alle lusinghe. Se Filippo fosse stato ancora qui, spiega chi conosce bene le dinamiche di palazzo, una volta rientrati a casa e chiusa la porta le avrebbe detto senza remore tutte le sue considerazioni sull’andamento delle celebrazioni. Filippo non le ha mai risparmiato nulla e questo l’ha sempre aiutata a non perdere di vista la realtà, considerando che una sovrana è circondata per lo più da persone poco inclini a contrariarla, se vogliono salvare il posto di lavoro.

Questa probabilmente la nota più triste di una festa allegra e condivisa da tantissimi anche, inaspettatamente, giovani. Di solito loro sono i più refrattari al fascino della Corona. invece c’erano e si sono divertiti in uno spettacolo gratis e aperto a tutti. Il grande investimento della Corona per assicurarsi la sopravvivenza. In questi settant’anni Elisabetta II si è data anima e corpo con questo unico obiettivo. Per implacabile senso del dovere ha cancellato un figlio, il principe Andrea coinvolto nello scandalo Epstein e ha fatto calare il sipario sul nipote preferito, Harry, accolto solo in termini molto privati e molto defilati. Harry e Meghan, raccontano le cronache, domenica sono ripartiti per la California prima che la festa finisse ed erano in volo mentre Elisabetta II mostrava al mondo chi conta per lei.

D’altro canto, la Corona è sempre venuta prima di ogni altra cosa e in settant’anni di cose ne sono successe parecchie. Oggi la sfida più insidiosa è rappresentata dalle pulsioni della modernità, insofferente a tutto ciò che sa di lento e obsoleto, come la monarchia con tutti i suoi riti. Eppure sono stati proprio questi riti a garantire quel senso di appartenenza rivendicato con tanta forza in questi ultimi quattro giorni. Nonostante tutto, le bandiere sventolavano sulle note dell’inno nazionale e, amata o odiata, la Corona ha fatto parlare di sé, con affetto. La monarchia è lenta ma da adesso si dovrà muovere. Carlo e William saranno più fortunati di Elisabetta che, come suo padre, si è trovata catapultata nel ruolo di capo di stato e della nazione senza nessuna preparazione, imparando il lavoro svolgendolo. Non doveva essere quello il loro destino; lui, perché fratello del re, che abdicò, lei perché costretta ad indossare la corona per la morte prematura del padre quando aveva solo 25 anni. Carlo e William studiano per adempiere al loro destino da quando sono nati e Carlo ha senza dubbio un’esperienza insuperabile! La garanzia per la continuità della Corona era sul balcone di Buckingham Palace, domenica pomeriggio, con la benedizione attenta e rassicurante della sovrana più longeva della storia inglese.

Le nuvole hanno impedito il sorvolo della Frecce Rosse, ma non hanno impedito ad una folla festante di cantare God Save the Queen ad Elisabetta La Leggenda.

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