Ho letto con attenzione l’articolo di Milena Gabanelli comparso il 17 maggio nel dataroom.

Ci chiarisce, se ancora ne avevamo bisogno, con numeri precisi la storia infinita delle liste di attesa di visite, esami ed interventi di chi ha solo la possibilità di utilizzare il Sistema Sanitario Nazionale. Ci spiega che, pur essendoci per legge dei tempi massimi di attesa, questi vengono spesso aggirati presentando dei grandi lavori cartacei che dimostrano la equipollenza senza essere veritieri.

Come dire che ogni regione sceglie il criterio per dimostrare che rispetta regole che si è inventata da sola. Un controllo pro domo sua. Per rendere i dati omogenei, corrispondenti alle richieste del ministero, con una perdita di tempo e risorse enorme ed inutile perché non corrispondente alla realtà delle cose.

Come sempre parto da una esperienza diretta di una signora di 50 anni a cui è stata diagnosticato un ispessimento endometriale per cui è stata richiesta una isteroscopia in Regione Lombardia dal suo medico con carattere di urgenza il 12 maggio che dovrebbe essere eseguito entro 72 ore. Seguendo l’iter di prenotazione il primo appuntamento utile è stato dato a fine agosto! Questo un esempio reale che non può essere contestato in alcun modo.

Quindi come si può fare a rimettere realmente le cose a posto soprattutto ora dopo lo stato di emergenza e la pandemia? Il bellissimo articolo non dà proposte se non la riorganizzazione di un sistema di controllo reale non ricordando che è difficile controllare i controllori.

Sicuramente a mio avviso è inutile costituire nuove strutture intermedie fra medico di base e ospedali, come proposto dall’assessore Moratti. Non esistono medici e infermieri, chi ci mettono? Ma c’è la volontà vera di ricostruire dalle macerie un sistema sanitario nazionale adeguato ai tempi ed alla popolazione?

Proviamo a riscrivere le mie proposte reali. Chissà mai che qualcuno non le legga e le applichi.

1. sistemi di controllo veri organizzati in Unità Operative di controllo regionale(un medico esperto, uno specializzando ed un infermiere) per ogni specialità che eseguano visite a campione.

2. chiusura totale a tutte le prestazioni private negli ospedali pubblici e privati accreditati che non dimostrano realmente il rispetto di liste di attese pubbliche adeguate. Questo deve essere sempre applicato nei periodi di emergenza in essere come negli ultimi due anni.

3. medici del territorio non più privati accreditati ma pubblici che si riuniscono in reparti ospedalieri 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in modo da aiutare la cittadinanza per il primo accesso ed il primo contatto con la specialistica.

4. abbattimento della medicina difensiva, che costa 15 miliardi di euro in visite ed esami inutili, che incrementano le liste di attesa. Denunce inutili punite come quelle utili in modo tale che i medici tornino ad essere liberi di pensare ed agire.

Poi una cosa che fa bene a tutti. Quando avete la fortuna di aver trovato un posto libero e, per qualunque motivo, non potete o non volete più andare cancellate l’appuntamento. Si prevede un abbattimento della lista di attesa a livello nazionale di circa il 10%. Mica due fichi!

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