Sono in calo i decessi da Covid con una riduzione nell’ultima settimana del 9,4%, ma aumenta la mortalità tra gli anziani nelle fasce over 80 e 60-79 anni. È quanto emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe. Un andamento che, come si legge nel monitoraggio, è stato registrato, in maniera progressiva, a partire da febbraio. Il calo di efficacia della terza dose ha diminuito la protezione dalla malattia grave nelle persone più fragile. Questo aspetto non è stato compensato dalla somministrazione della quarta dose, perché finora la campagna è stata un flop. Gimbe rileva che ha raggiunto solo una persona immunocompromessa su quattro, mentre tra gli altri fragili la copertura è addirittura all’11,5%.

Da questi dati discende l’invito della Fondazione a correre ai ripari: gli over 80, i fragili e gli ospiti delle Rsa che hanno ricevuto la terza dose non tardino con il secondo booster (la cosiddetta quarta dose). “Aspettare l’autunno per avere un vaccino aggiornato è molto pericoloso per le persone vulnerabili che, al contrario, devono ricevere l’ulteriore booster a 120 giorni dalla terza dose”, spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, presentando il nuovo monitoraggio settimanale. Le evidenze scientifiche internazionali, si legge nel testo del monitoraggio settimanale indipendente, dimostrano che la protezione vaccinale nei confronti della malattia grave inizia a calare dopo tre mesi dalla somministrazione del booster. “In Italia, a partire da metà febbraio – sottolinea Gimbe – si rileva un progressivo aumento del tasso di mortalità negli over 80 (da 28,8 a 40,1 decessi per 100mila persone) e, seppure in misura minore, nella fascia 60-79 anni (da 3,4 a 4,9 decessi per 100mila persone), con conseguente numero assoluto di decessi molto elevato nelle fasce più anziane della popolazione, in particolare negli over 80″.

Al 18 maggio, rilevano i dati di Gimbe, sono state somministrate solo 509.480 quarte dosi rispetto a una platea di 4,4 milioni di persone. Il tasso di copertura nazionale è dell’11,5%, con nette differenze regionali: dal 3,2% della Calabria al 24,7% del Piemonte. Se le quarte dosi non decollano, sono ben 8,22 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la prima dose booster. Nell’ultima settimana la media è stata di 7.795 somministrazioni al giorno. “Il calo dell’efficacia vaccinale nei confronti della malattia grave – spiega Cartabellotta – sta determinando un netto aumento della mortalità nelle fasce più anziane della popolazione, già vaccinate con tre dosi, mentre si stanno sempre più consolidando le evidenze scientifiche sull’efficacia del secondo booster nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. In tal senso, le inaccettabili disuguaglianze regionali sulle coperture con le quarte dosi parlano chiaro: occorre passare ovunque a strategie di chiamata attiva, molto più efficaci della prenotazione volontaria, con un auspicabile coinvolgimento dei medici di famiglia“.

Anche se i decessi Covid quotidiani sono in calo, infatti, restano oltre 100 ogni giorno. Gimbe sottolinea che negli ultimi sette giorni i decessi sono stati 763, contro gli 842 della settimana precedente. In generale nella settimana che va dall’11 al 17 maggio rallenta la discesa dei contagi (-14,8% contro il dato del -27,5% della settimana precedente), ma scendono le terapie intensive (-5,9%, 337 contro 358), i ricoveri ordinari (-13%, 7.465 contro 8.579) e appunto i decessi (-9,4%). In tutte le regioni inoltre si registra una riduzione percentuale dei nuovi casi: dal -0,1% della Sardegna al -22,7% della Calabria.

Per quanto riguarda gli indicatori ospedalieri, spiega poi il direttore operativo della Fondazione Gimbe, Marco Mosti, “il numero dei posti letto occupati da pazienti Covid registra un’ulteriore flessione“. In dettaglio, in area critica al 17 maggio si registrano 337 posti letto occupati; in area medica, invece, dopo il picco di 10.328 registrato il 26 aprile, i posti letto Covid sono scesi a quota 7.465 il 17 maggio. Al 17 maggio il tasso nazionale di occupazione è dell’11,6% in area medica e del 3,6% in area critica. “Rimane stabile – evidenzia Mosti – il numero di ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni è di 35 rispetto ai 33 della settimana precedente”. Ancora in calo, infine, il numero dei tamponi totali (-12,4%). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività è sostanzialmente stabile sia per i tamponi molecolari (dall’8,2% all’8%) che per gli antigenici rapidi (dal 16% al 16,1%).

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