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Rsa, il Senato apre le porte alle associazioni di parenti e di operatori socio sanitari. Primo passo per un ruolo nel processo di riforma

La parente: "I francesi hanno delle conferenze di associazioni che interloquiscono di continuo col governo di queste problematiche, e così gli spagnoli e gli inglesi dove parenti e residenti sono interlocutori nei processi di riforma dell'assistenza. Ora inizia un dialogo anche qui"
Rsa, il Senato apre le porte alle associazioni di parenti e di operatori socio sanitari. Primo passo per un ruolo nel processo di riforma
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Da lunedì 9 maggio anche i parenti degli anziani che vivono nelle case italiane per non autosufficienti e gli operatori socio sanitari che ci lavorano avranno voce in capitolo sulla tragedia che hanno vissuto e stanno vivendo gli ospiti delle Rsa. Sarà un convegno in Senato a farli entrare formalmente nella narrazione storica di quanto accaduto prima, dopo e durante la pandemia, attribuendo loro un ruolo che in altri Paesi d’Europa come Inghilterra, Francia e Spagna, è normalmente riconosciuto.

L’incontro s’intitola Residenze sanitarie assistenziali, criticità e futuro, l’incontro ed è stato promosso dalla senatrice Barbara Guidolin, membro della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani e di professione operatrice socio sanitaria. All’evento, che sarà seguito da un incontro a porte chiuse con le associazioni di parenti e operatori socio sanitari, sono attesi gli interventi delle senatrici Valeria Fedeli e Nunzia Catalfo, dell’onorevole Celeste D’Arrando, delle esponenti di Amnesty International Italia Debora Del Pistoia e Francesca Loffari e della promotrice Comitato Parenti Residenza Paradiso Ferrara, Letizia Caselli.

“I francesi hanno delle conferenze di associazioni che interloquiscono di continuo col governo di queste problematiche,- spiega Caselli – e così gli spagnoli e gli inglesi dove parenti e residenti sono interlocutori nei processi di riforma dell’assistenza. Ora inizia un dialogo anche qui. Ciò che è accaduto dentro e di cui non abbiamo ancora contezza, è di una gravità inaudita tanto che chi si è occupato degli anziani e dei sopravvissuti sono realtà che seguono torture, prevenzioni e crimini: i Nas, i Carabinieri, i Ctp, il Garante dei detenuti, Amnesty International… Ma cosa succede dentro le strutture? È chiaro che ci sono gestori virtuosi, ma ormai sono pochi”.

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