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Francia, Macron: “Scelto un progetto d’indipendenza in un mondo destabilizzato. Impedire escalation del conflitto in Ucraina”

Il presidente s'insedia per il secondo mandato dopo la vittoria delle elezioni del 24 aprile. E nel suo discorso d'investitura dà ampio spazio alla situazione internazionale: "Raramente il nostro mondo e il nostro Paese hanno dovuto affrontare una tale congiuntura di sfide". Poi ha fatto chiaramente cenno, per senza citarla, a Marine Le Pen, la sfidante battuta per la seconda volta:  "Dove molti hanno scelto la ritirata, a volte cedendo alla tentazione del nazionalismo, alla nostalgia per il passato, i francesi hanno fatto la scelta di un chiaro ed esplicito progetto per il futuro"
Francia, Macron: “Scelto un progetto d’indipendenza in un mondo destabilizzato. Impedire escalation del conflitto in Ucraina”
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Ha spiegato la sua rielezione come la scelta da parte dei francesi di “un progetto di indipendenza in un mondo destabilizzato“. E ha chiarito che con la sua permanenza all’Eliseo la Francia agirà “per impedire l’escalation del conflitto in Ucraina e per aiutare la democrazia ed il coraggio a prevalere”. Emmanuel Macron s’insedia per il secondo mandato dopo la vittoria delle elezioni del 24 aprile. E nel suo discorso d’investitura, con annesso giuramento, dà ampio spazio alla situazione internazionale. “Raramente il nostro mondo e il nostro Paese hanno dovuto affrontare una tale congiuntura di sfide“, ha detto il presidente, sottolineando di avere “la coscienza della gravità dei questi tempi mi accompagna”, riferendosi chiaramente alla guerra in Ucraina, la pandemia e la sfida ecologica.

A proposito della sua rielezione l’inquilino dell’Eliseo ha sostenuto che “i francesi hanno scelto un progetto chiaro, europeista, repubblicano per il progresso”. Secondo Macron, che ha vinto le elezioni dopo un mandato segnato comunque dalla nascita di un movimento di protesta come quello dei gilet gialli, “il popolo francese non ha prolungato il mandato che avevo conquistato: è un popolo nuovo, diverso da quello di cinque anni fa, ha dato la fiducia ad un presidente nuovo, con un nuovo mandato”. Una strategia, quella di puntare sul rinnovamento, che nei giorni scorsi ha visto Macron cambiare nome del suo partito: non si chiamerà più “La République en Marche“, ma “Renaissance” ovvero “Rinascimento“.

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Su questo punto il rieletto presidente ha insistito, sostenendo che rieleggendolo i francesi hanno scelto “un progetto di indipendenza in un mondo destabilizzato“. E ha fatto chiaramente cenno, per senza citarla, a Marine Le Pen, la sfidante battuta per la seconda volta. “Dove molti hanno scelto la ritirata, a volte cedendo alla tentazione del nazionalismo, alla nostalgia per il passato, alle sirene di ideologie che pensavano di aver abbandonato il secolo scorso, i francesi hanno fatto la scelta di un chiaro ed esplicito progetto per il futuro, un progetto repubblicano ed europeo”.

Ampio spazio anche alla transizione ecologica. Macron infatti ha chiuso il suo discorso lanciando un appello ad “agire senza sosta” affinché la Francia diventi “una nazione più indipendente” e per “costruire le nostre risposte francesi ed europee alle sfide del nostro secolo”. Durante il discorso di circa dieci minuti, il neo rieletto presidente ha espresso la sua ambizione di voler presiedere con “un nuovo metodo”, “pianificando, riformando e associando” i francesi alle sue scelte per il Paese. Si è inoltre impegnato a lasciare un pianeta più vivibile e “una Francia più forte”. Intanto, a Aubervilliers, alle porte di Parigi, si tiene la convention d’investitura della ‘Nouvelle Union populaire écologique et socialè (Nupes), la neonata unione della gauche fortemente voluta dal leader della France Inoumise, Jean-Luc Mélenchon, per strappare la maggioranza al presidente Macron nelle elezioni legislative di giugno. Forte del suo 22% nel primo turno delle presidenziali del 24 aprile, Mélenchon punta ora a diventare “primo ministro”, nella scommessa di una ‘coabitazionè con Macron dopo il voto per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale il 12 e 19 giugno. La gauche spera, in pratica, di ottenere la maggioranza tra i 577 deputati e giungere ad una sorta di coabitazione con l’attuale presidente oggi ufficialmente investito del suo secondo incarico all’Eliseo.

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