Giunti alla vigilia dei David di Donatello possiamo dire che, viste le candidature ufficiali, questa sera in diretta su Rai Uno dovremmo assistere a una premiazione presentata da Carlo Conti e Drusilla Foer dai risultati abbastanza incerti, perché il livello medio è alto e la varietà dei generi significativa. Cosa non scontata in premi come questo: basti pensare all’assenza di Moretti e Favino o alle cinque candidate come Miglior attrice protagonista, tutte per la prima volta. Facciamo allora un giro, non convenzionale come al solito, tra due candidati in ballo e due grandi esclusi, tutti già recuperabili in home video o su piattaforma.

Iniziamo da Qui rido io e le sue 14 candidature. Mario Martone alla Miglior regia e Miglior film, Toni Servillo da Miglior attore, mentre le altre 11 coprono tutto il compartimento attoriale e quello tecnico, dalla fotografia al sonoro passando per costumi, trucco e scene. Complementare ai Fratelli De Filippo di Sergio Rubini – e candidato a sei David – mostra la storia della famiglia Scarpetta/De Filippo dalla parte di Eduardo Scarpetta. Il lavoro incentrato sul capostipite del teatro novecentesco partenopeo punta moltissimo su un Servillo sornione e in grande forma quanto sul racconto filmico dell’arte e delle miserie teatrali e umane, ma ancor di più sulla diatriba tra parodia e plagio divampata tra Scarpetta e un mefistofelico Gabriele D’Annunzio, con la faccia e la classe affettata di Paolo Pierobon. Proprio la diatriba legale viene gestita, a sorpresa, dall’ottimo Lino Musella. Nei panni del filosofo Benedetto Croce fa il punto sull’essenza della parodia, valido ieri come oggi.

Dopo aver incassato tre milioni di euro in sala ora è acquistabile su piattaforme di streaming online come Prime Video, ma nella versione blu-ray i contenuti extra proposti da 01 Distribution e Eagle Pictures sono un po’ scarni, quantomeno a minutaggio. Si tratta di un backstage dove il regista parla del teatro utilizzato nel set, più un cortometraggio con lo stesso Servillo ed Ernesto Maieux. In tutto non si raggiunge il quarto d’ora. Peccato, ci sarebbe stato molto da esplorare tra costumi, ricostruzioni storico-documentali e testimonianze dal cast tecnico e artistico.

Restando su D’Annunzio, il fil rouge ci conduce al Cattivo Poeta di Gianluca Jodice, candidato al David per il Miglior esordio alla regia. Del Vate, scolpito sul volto di Sergio Castellitto, l’attore romano porta sul grande schermo la vecchiaia e il sogno infranto dall’ex amico Mussolini: portare la “fantasia al potere”. Nomination meritata, ma forse qualcuna in più non avrebbe stonato. Nella versione su disco il film è accompagnato da un ricco backstage dove parlano anche il truccatore Roberto Pastore e il costumista Andrea Cavalletto. Si trovano duetti sul set tra regista e direttore della fotografia, Daniele Ciprì, mentre dalle rive del Garda parla della location originale Giordano Bruno Guerri, storico e presidente del polo museale Vittoriale, mentre Francesco Patanè, co-protagonista con Castellitto, spiega al pubblico il lavoro attoriale sul suo ufficiale fascista. Il regista svela invece come ha accomunato D’Annunzio e il Vittoriale a Dracula e il suo castello, dando modo di comprendere appieno le atmosfere del film. Infine arricchisce il tutto un’intervista del critico Enrico Magrelli a Jodice sulla sua personale rappresentazione del tempo e dello spazio.

Passiamo ai grandi esclusi con Mondocane. La lungimiranza non viene sempre premiata dalle nostre parti, non subito almeno. Così l’opera prima di Alessandro Celli, esempio raro e mirabile di distopia applicata a Taranto rimaneggiata in chiave post-apocalisse ecologica, vede per co-protagonista Alessandro Borghi nei panni del capo adulto di una baby gang. Nel making of proposto dal blu-ray parlano alla camera regista, attori e il produttore Matteo Rovere, che con questo lavoro amplia in varietà e genere la filmografia della sua Grøenlandia Group. Snocciola curiosità intorno a disegni, costumi e alle vere location riadattate nella città dei due mari. Sempre troppo breve, sette minuti, per un set e un mondo immaginario complessi e affascinanti da costruire.

Sarà pure una piccola forzatura, in quanto co-produzione Regno Unito/Italia ambientata in Inghilterra e girata in lingua ma, scritto e diretto da quel talento calmo e riflessivo di Uberto Pasolini, si tratta di un film che illumina gli occhi e il cuore. A metà strada tra uno stile alla Ken Loach e Ladri di biciclette, questo Nowhere Special ci mette per mano a un padre single totalmente preso dal trovare una famiglia giusta per il figlioletto quattrenne. Una malattia spietata rende a scadenza il suo tempo e solo una famiglia economicamente ma soprattutto emotivamente stabile potrà garantire un buon futuro al bambino.

Nella versione dvd di Lucky Red, l’extra a spiccare è un’intervista all’autore. Immedesimazione di Pasolini col genitore dell’articolo di giornale che lo ha ispirato per il film, la ricerca con persone e operatori sociali coinvolti in eventi simili e l’esperienza personale di genitore vengono affrontati con onesta coerenza dal cineasta italiano da tanti anni in Inghilterra. Per lui la “vita tra padre e figlio è fatta di piccole cose, colazioni, passeggiate al parco…”. Parla dello stupefacente James Norton, l’attore protagonista, del viaggio verso una famiglia perfetta e del lavoro interiore e preventivo sulla memoria del bambino per il ricordo di suo padre. Una gemma.

Articolo Precedente

“La nuova scuola genovese” al cinema, i segreti dei cantautori da De André a Fossati. Gino Paoli: “Non cantavamo le vergini ma le mignotte”

next
Articolo Successivo

David di Donatello 2022, la guida: conducono la serata Drusilla Foer e Carlo Conti, ecco tutti i candidati agli Oscar italiani e come seguire la diretta

next