Grazie per avermi aspettato, per questa pazienza. È incredibile che siate tutti qui, mi è dispiaciuto molto farvi aspettare”, sono queste le prime parole che Zucchero ha pronunciato il 25 aprile scorso, durante il via alle 14 date all’Atena di Verona. L’artista scatenato non vedeva l’ora di rompere un silenzio live di due anni e mezzo a causa della pandemia. Un’Arena di Verona sold out e a capienza piena con 12mila spettatori ha ascoltato due ore e mezzo di concerto con una super band, una scaletta ricca di vecchi successi e le cover dell’ultimo album “Discover”. Il cantautore è al centro di una scenografia che riproduce un gigantesco sole, in segno di rinascita, al cui interno scorrono immagini di accompagnamento dell’intero concerto. Il segreto per reggere una maratona musicale così impegnativa: “L’unica cosa è il dormire, per riposare la voce. Fare sport non mi viene proprio”, ha detto l’artista dopo il concerto durante un incontro con la stampa.

IO SONO BLUES, LA MIA MUSICA HA UN VELO DI SOFFERENZA
“In scaletta ci sono dei brani che ho amato e che non sono mai stati usati come singoli. Sono canzoni che ho scritto in un momento purtroppo non buono della mia vita e ‘Lecca le mie pene‘ faceva parte di quel periodo brutto, così come ‘Senza rimorso‘. Sono canzoni legate temporalmente più o meno all’anno di ‘Miserere‘ (il 1992, ndr), lì mi sono venute fuori queste canzoni e volevo riviverle, perché fondamentalmente io sono uno che sta bene, gode, ma soffre, altrimenti avrei scelto di non fare musica, avrei scelto di non fare il blues. È una musica che ha sempre un velo di sofferenza, questo poi non vuol dire che io non sia goliardico e che non stia bene a fare le serate con gli amici. Però, fondamentalmente, il blues ce l’ho dentro. Adesso è una fase di rinascita, io sono quasi incredulo che in qualche modo siamo ripartiti, sono incredulo e lo sono ancora, dato come stanno andando le cose nel mondo. Non si sa mai cosa può succedere, perché qui ogni mattina parte un telegiornale”.

“AVEVO LIVE IN UCRAINA E IN RUSSIA, MA NON È IL MOMENTO”
“Avevo una data a Kiev, una a Odessa, una in Moldovia, una a Mosca, una a San Pietroburgo, una in Bielorussia… Onestamente non ci vado lì adesso, non perché ho paura della guerra, ma perché non mi sembra il momento di andare lì. Io in Russia mi sono sempre trovato bene, ho un grande pubblico di gente. I russi sono molto fedeli come popolo, come anche gli ucraini, avevo una settimana/dieci giorni di date lì ma ho chiesto al mio agente preferibilmente di spostarle o rimandarle. Non ha senso, come fai?”.

“NEI MIEI CONCERTI MOLTI RIFERIMENTI ALL’ATTUALITÀ”
“Io cerco di rendere il concerto più leggero possibile, però ci sono almeno 6 /7 brani che inevitabilmente sono riferiti al come va adesso il mondo, alla situazione che stiamo vivendo. Come ‘Sarebbe questo mondo‘ o ‘Ci si arrende‘. A me non piace fare il politico o il messaggero però, sottilmente, il repertorio e la scaletta sono piuttosto mirati. Per ‘Madre dolcissima‘, ad esempio, ho fatto cambiare lo speech iniziale, invece di ‘gli albanesi seppellirebbero i loro morti’ ho messo ‘gli ucraini’. Sono cose sottili, a me piace non essere troppo palese. Le immagini a cui ti riferisci sono dell’Ucraina. Per questo concerto ho preparato 50 pezzi, per riempire due ore e mezza ne devi fare circa 30, poi dipende dalle sere. Ad esempio in altre date non farò ‘The Scientist‘ e forse nemmeno ‘Ho visto Nina volare‘, ma farò altri pezzi”.

“A ME DEI DISCHI NON FREGA NULLA, IL FUTURO È IL LIVE”
“Vista l’assenza di persone competenti, che abbiano ancora il fuoco di osare e rischiare, siamo messi malissimo per cui se io farò dei dischi farò solo i dischi che mi piace fare e me ne sbatto, per forza di cose, del marketing e di quel che funziona in radio. Farò i dischi che piacciono a me e non è detto che funzioneranno, ma “who cares?”. Ho fatto una riunione due giorni fa a Londra dicendo che a me dei dischi non me ne frega più, nel senso che li faccio e continuerò a farli nella maniera migliore che posso, però il futuro è il live. Io voglio seminare contrariamente a un modo di pensare che ancora bisogna aspettare, io non aspetto più due anni per fare un album o dieci concerti in un paese, io vado avanti. Se fosse per me il calendario sarebbe aperto 365 giorni l’anno, io non credo più nel disco. Si lo farò e lo farò al meglio, ma io voglio andare a suonare. Non mi interessa se in un Paese suono per 5.000 persone e nell’altro per 10.000 o 12.000, non è quello l’importante. Io seguo la vecchia scuola, come B.B. King che fino a 80 anni suonava ovunque, anche Van Morrison suona ovunque, Elton John suona ovunque. Questa è la vita del musicista, se sei un musicista. Sono cambiati i tempi, aspetti due anni per fare un disco o un concerto in Italia, ‘what’s the point?’ Muoio di vecchiaia prima del tempo!”.

LA SCALETTA DEI CONCERTI E IL TOUR ITALIANO
La scaletta dei 14 concerti cambia di sera in sera. Inclusi tra i brani “Spirito nel buio”, “Soul Mama” ma anche “Diamante”, “Un soffio caldo”, il ritmo di “Baila”, “Per colpa di chi” e “Vedo nero”. Non mancano gli omaggi a Luciano Pavarotti con “Miserere” e Fabrizio De André con “Ho visto Nina volare”. E ancora “Partigiano Reggiano”, “Madre Dolcissima”, con un intro, accompagnato da immagini, che rimandano alla situazione attuale della guerra in Ucraina. C’è anche l’ultimo singolo “Fiore di maggio” di Fabio Concato dall’ultimo album “Discover”. Queste le prossime date previste all’Arena di Verona: mercoledì 27 aprile, venerdì 29 aprile, sabato 30 aprile, domenica 1 maggio, lunedì 2 maggio, 4 maggio, 5 maggio, 6 maggio, 7 maggio, 8 maggio, 10 maggio e 11 maggio. Zucchero tornerà nuovamente live in Italia durante i mesi estivi: il 2 luglio sarà a Nichelino (TO) per Sonic Park (Palazzina di Caccia di Stupinigi), il 4 luglio a Este (PD) per Estestate all’Arena Castello Carrarese, e poi ancora il 7 luglio a Palmanova (UD), l’8 luglio a Parma e il 20 al Lucca Summer Festival.

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