Costringevano la figlia di soli 13 anni a prostituirsi con anziani in cambio di piccole somme di denaro o dosi di stupefacenti. Con questa accusa i genitori di una ragazzina di Vercelli, un 39enne e una quarantenne di etnia rom con precedenti, sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Torino. Le indagini, iniziate ad aprile 2021, avevano già portato nello scorso agosto all’arresto dei genitori per maltrattamenti in famiglia aggravati su richiesta della Procura vercellese: secondo l’accusa la giovane e i suoi fratelli di uno e due anni erano costretti a subire maltrattamenti fisici (compresi episodi di frustate) e ad assistere ad atti sessuali, sotto minacce di atroci violenze come “ti ammazzo” o “ti brucio gli occhi”. Per questo erano stati tolti alla coppia e affidati a una comunità protetta.

L’inchiesta è poi proseguita e ha permesso di ricostruire un quadro ben più grave, secondo cui la 13enne, oltre a subire maltrattamenti, veniva regolarmenteofferta dalla madre e dal padre a clienti fidati, spesso anziani vercellesi, anche in cambio di cifre irrisorie come 20 o 50 euro. Per questo la Procura di Torino – a cui il fascicolo è passato nel frattempo – ha chiesto e ottenuto cinque nuove misure cautelari: i genitori sono stati sottoposti a un nuovo provvedimento di custodia in carcere, mentre due dei presunti clienti, un 68enne incensurato ed un 67enne con precedenti per reati sessuali, entrambi vercellesi, sono finiti agli arresti domiciliari. Un altro presunto cliente – 19enne rom con precedenti per reati contro il patrimonio – è stato colpito dalla misura dell’obbligo di dimora.

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