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Verissimo, “Russi e ucraini come fratelli. La propaganda schifosa ha rovinato tutto”. Il racconto dell’attrice ucraina Anna Safroncik

L'attrice di Kiev ospite di Silvia Toffanin: "Come siamo arrivati così? Non abbiamo davvero imparato niente". Poi puntualizza: "C'è un aspetto di cui nessuno parla: il freddo. Mio padre ha avuto paura di morire di polmonite"

di F. Q.

Tra gli ospiti di Verissimo durante la puntata di ieri 5 marzo, anche Anna Safroncik. L’attrice ucraina ha raccontato a Silvia Toffanin il dolore e lo strazio per i familiari che si trovano a Kiev, in questi giorni così difficili e drammatici. “Mi trema la voce, abbiamo vissuto un dramma per far uscire mio padre dal Paese sotto le bombe e non è un modo di dire”, ha detto l’attrice. “Sai che c’è? Che rimani scioccato, perché sta accadendo a te. E io lo sto rivivendo: i treni pieni di bambini con le mamme, la gente che scappa e non sa dove andare. Io le ho vissute quando è successo a Chernobyl – ha spiegato Safroncik -. Speravo che questo scempio non accadesse più e invece ci siamo. Sono ancora sotto shock anche se la gioia di avere mio papà e sua moglie a casa mia è grande. Adesso posso occuparmi delle altre persone”.

Una cosa di cui la gente non parla è il maledetto freddo che fa. Chiunque rimanga fuori casa o fuori dalle stazioni dei treni, si congela. La notte fa meno 15 gradi – ha spiegato l’attrice -. Mio papà è rimasto per più di 4 ore fuori da ogni mezzo, mi ha detto che hanno pensato di morire di polmonite lì. Inizialmente lui non voleva andarsene, aveva paura di lasciare la sua casa”. Quando la padrona di casa le ha chiesto come i suoi connazionali stiano affrontando questa situazione drammatica, Safroncik ha risposto: “Tutte le persone che conosco parlano russo, molti ucraini hanno conoscenti sul confine. Russi e ucraini non si vogliono combattere. La gente semplice non si vuole uccidere, eravamo davvero come fratelli, andare da Mosca a Kiev era come viaggiare da Milano a Roma. Poi, per colpa di una propaganda schifosa, ci hanno messo uno contro l’altro ma non vogliamo la guerra. Come siamo arrivati così? Non abbiamo imparato davvero niente”.

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