Anche la competizione internazionale per aggiudicarsi l’Expo 2030 subisce le ripercussioni della guerra in Ucraina. Con il conflitto in corso è possibile che la sfida, oggi tra cinque città, si riduca a una gara a tre. Oltre a Roma – che oggi al Padiglione Italia a Dubai ha presentato il logo e il luogo scelto per il progetto – concorrono la capitale dell’Arabia Saudita Riyad, Busan in Corea del Sud e due città in guerra: Mosca (Russia) e Odessa (Ucraina). Tuttavia il Bie, il Bureau international des Expositions, si esprimerà a ottobre del 2023, quindi la finestra è ancora ampia. Giovedì la delegazione guidata dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e composta da imprese e rappresentanti delle associazioni di categoria, ha raggiunto Dubai e ha comunicato la zona scelta per l’evento, mostrando il logo e il sito del progetto italiano.

DOVE. Expo 2030 Roma, dal titolo “Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione”, si svilupperà su un’area di 210 ettari a sud-est della Capitale, poco oltre il raccordo anulare, e vicino a punti di interesse quali l’università di Tor Vergata e l’incompiuta Città dello sport dove sorgono le Vele di Calatrava, nel degrado da oltre un decennio. L’area è pressappoco quella in cui si tenne la Giornata mondiale della gioventù nel 2000, voluta da Papa Giovanni Paolo II. Quanti saranno i padiglioni dell’Expo romana, e in che modo saranno dislocati, non è ancora definito. Ci sta lavorando l’archistar Carlo Ratti, professore al Massachussets institute of technology, direttore del Senseable City Lab, professionsta che ha avuto un ruolo cruciale nelle ultime due Expo. Tra i piani c’è il recupero delle Vele e della Città dello sport, progetto avviato nel 2005 e incompiuto dal 2009, ma anche l’idea di prolungare fino a questa zona la Metro C.

QUANDO. A ottobre del 2023 in occasione dell’Assemblea Generale del Bie a Parigi sarà proclamato il Paese ospitante. Se Roma dovesse aggiudicarsi la competizione avrà sette anni per organizzarsi ed essere pronta per l’apertura: da programma è prevista per il 25 aprile del 2030. Expo Roma conta di essere operativa fino al 30 ottobre dello stesso anno.

LOGO. Il logo, pure questo presentato giovedì, è stato realizzato da M&C Saatchi, e intende rimandare alla capacità di Roma di unire passato e futuro. L’immagine scelta è quella di un arco, un’antica porta romana in marmo, realizzata però con un fascio di linee sottili e stilizzate che richiamano la grafica dei pc. La figura è cangiante: cambia forma e colore ma rimane nel complesso uguale a se stessa. Accanto all’immagine compare una scritta bianca – “Roma Italia Expo 2030” – con alcuni elementi che mutano colore insieme all’arco. L’animazione sarà proiettata sia all’esterno che all’interno del Padiglione Italia a Dubai e diventerà un Nft (Non-fungible token) salvato sulla blockchain: in breve un pezzo unico di arte digitale. “Eterna evoluzione” è lo slogan che compare sul sito dedicato e lanciato oggi, “romexpo2030.com”. L’hashtag sui social network è: “Non vediamo l’ora di vedervi a Roma” e riprende le parole pronunciate ieri in un video promozionale registrato dal sindaco Gualtieri.

IMPATTO ECONOMICO. Il ritorno economico di Expo 2030 per Roma e per l’Italia è stato stimato dal centro di ricerca Luiss X.Ite con il supporto di Ey Advisory su una previsione di circa 35 milioni di visitatori. L’obiettivo che si pone la Capitale italiana è coinvolgere 150 Paesi nella partecipazione e raggiungere almeno trenta milioni di visitatori. L’impatto complessivo stimato potrebbe ammontare a circa 46 miliardi: 2,5 miliardi in forma diretta, 25 miliardi in modo indiretto, 7 miliardi di effetto fiscale, 11 miliardi di indotto. In campo con le istituzioni ci sono numerose grandi aziende che in settimana hanno incontrato il sindaco a Palazzo Senatorio e hanno offerto la propria collaborazione: Unicredit, Ita, Aeroporti di Roma, Cassa depositi e prestiti, Eni, Enel, Acea, Avio, ma erano anche imprese leader nel settore della moda come Fendi e il proprietario della As Roma, Ryan Friedkin. Tra le altre società di riferimento l’assessora allo Sviluppo economico di Roma, Monica Lucarelli, ha citato “Fincantieri, l’eccellenza del settore farmaceutico dove Roma e il Lazio guidano il comparto italiano”, “il settore aerospaziale dove da Alenia ad Avio abbiamo una posizione di leadership in Europa”, “le reti di nuova generazione 5G con i maggiori partner di telefonia pronti a supportare questa sfida”. Infine, sul fronte dello sviluppo economico, va considerato anche che Expo 2030 “rappresenta una grande occasione per mettere a sistema e integrare gli ingenti investimenti previsti con il Pnrr e da altri fondi nazionali: 8,2 miliardi di euro destinati a interventi per le infrastrutture e la mobilità nella municipalità capitolina, nella Città metropolitana di Roma e nel Lazio”, ha spiegato il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini.

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