Cultura

Vaery Gergiev, il direttore d’orchestra amico di Putin cacciato anche dalla Filarmonica di Monaco: “Ha rifiutato di schierarsi contro la guerra in Ucraina”

Il copione si ripete. Le istituzioni artistiche continuano a reiterare la stessa richiesta al direttore d’orchestra, lui si rifiuta. Meglio: oppone un ostinato silenzio. Gli è costato fino ad ora la rinuncia a tutta una serie di impegni già previsti fra Italia, Francia e Stati Uniti. Si è dimesso anche dalla carica di presidente onorario del Festival musicale di Edimburgo: la città scozzese è gemellata con Kiev

di Simona Griggio

Il mondo della cultura internazionale è scosso da polemiche violentissime, senza precedenti negli ultimi decenni. Con la decisione di isolare tutti gli artisti che non prendano le distanze da Putin e si esprimano contro l’invasione dell’Ucraina si sta assistendo a una presa di posizione fortissima. Che coinvolge in modo diretto anche l’arte. La notizia di oggi riguarda ancora una volta Vaery Gergiev. Un’eccellenza mondiale. E’ il direttore d’orchestra russo amico personale di Putin che ha sempre rifiutato di prendere le distanze dall’attacco in Ucraina e anche semplicemente di fare dichiarazioni contro la guerra. Dopo il caso della Scala di Milano e l’annullamento di una lunga serie di contratti, è ora la volta della Filarmonica di Monaco di Baviera. Gergiev è fuori anche lì.

In un momento in cui la figura di Putin viene sempre più accostata a quella di Hitler, un dittatore senza scrupoli che mette sotto attacco l’intera Europa, questa decisione assume anche un valore simbolico tutto particolare: Monaco è stata infatti la culla del nazismo e del movimento hitleriano. L’accusa del defenestramento è arrivata (così com’è stato per Milano) dal primo cittadino della capitale bavarese, il socialdemocratico Dieter Reiter. Ha spiegato che il maestro Gergiev ha rifiutato di esprimersi “con nettezza e in modo incontrovertibile contro la guerra in Ucraina”. Ha aggiunto: “Mi sarei aspettato che avrebbe avuto un ripensamento e una revisione circa la sua valutazione positiva della figura Putin ma non l’ha fatto”. Poi ha concluso: “Dato che questo non è accaduto rimane solo una separazione immediata”.

Il copione si ripete. Le istituzioni artistiche continuano a reiterare la stessa richiesta al direttore d’orchestra, lui si rifiuta. Meglio: oppone un ostinato silenzio. Gli è costato fino ad ora la rinuncia a tutta una serie di impegni già previsti fra Italia, Francia e Stati Uniti. Si è dimesso anche dalla carica di presidente onorario del Festival musicale di Edimburgo: la città scozzese è gemellata con Kiev.

Non sarà alla Scala, come ieri ha ribadito il sindaco Beppe Sala. Il 5 marzo avrebbe dovuto dirigere “La Dama di Picche” di Ciaikovskij, che sarà invece affidata nelle prossime recite al maestro Timur Zangiev “che ha già diretto parte delle prove ottenendo un forte apprezzamento da parte dell’Orchestra”, scrive il teatro alla Scala in una nota ufficiale. E sottolinea: “Il teatro alla Scala ribadisce la sua vicinanza ai cittadini ucraini vittime dell’aggressione e ai tanti cittadini russi che in questi giorni hanno coraggiosamente espresso la loro condanna della guerra. Il nostro Teatro resterà sempre un luogo di confronto e di dibattito tra diverse tradizioni e culture”.

Il direttore sostituito Gergiev ha però raccolto la solidarietà della soprano russa Anna Netrebko, che ha postato una foto che la riprende insieme al direttore d’orchestra. Anche lei non tornerà a calcare i palco del Piermarini. La sua posizione? “In primo luogo sono contro questa guerra. Voglio che questa guerra finisca e che le persone possano vivere in pace. Questo è quello in cui spero e per cui prego”. Poi ha però aggiunto: “Forzare gli artisti o qualsiasi personaggio pubblico a fare sentire le proprie opinioni politiche e a denunciare la sua terra natale non è giusto. Io sono un’artista il cui scopo è unire le persone dove la politica le divide”.

Il teatro alla Scala ha diffuso questa mattina un comunicato. Conferma che Anna Netrebko “ha annunciato la sua decisione di sospendere momentaneamente l’attività artistica rinunciando ai prossimi impegni. “Questo non è per me il momento di fare musica e di salire in palcoscenico. Ho quindi deciso per il momento di fare un passo indietro dai miei impegni artistici. È una decisione estremamente difficile per me ma so che il mio pubblico potrà capirla e rispettarla”. Aggiunge il Teatro: “Anna Netrebko non parteciperà quindi neanche alla produzione di “Adriana Lecouvreur”, con l’orchestra della Scala diretta da Giampaolo Bisanti, in cui era attesa a partire dalla rappresentazione del 9 marzo”. Nel ruolo della protagonista dell’opera di Francesco Cilea in quelle date sarà la soprano Maria Agresta.

C’è molta tensione anche nelle Università. “Ci sono Atenei che stanno espellendo gli studenti russi come reazione all’invasione russa dell’Ucraina. Lo denuncia il commissario russo per i diritti umani Tatyana Moskalkova, che arriva dopo un summit con il ministro russo della Scienza e dell’istruzione superiore Valery Falkov. “Il ministero – ha spiegato – sta adottando misure senza precedenti per proteggere i diritti degli studenti russi che sono stati espulsi dalle università in Francia, Repubblica Ceca, Belgio e altri Stati europei in relazione alla situazione in Ucraina. Abbiamo deciso di condurre questo importante lavoro congiuntamente”. Ha postato questo annuncio sulla sua pagina Instagram. E nel cuore della crisi ucraina e dei territori contesi ha fatto sapere di aver offerto posti nelle università russe agli studenti provenienti dalle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk.

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