Moda e Stile

Milano Fashion Week, Giorgio Armani invita i suoi dipendenti alla sfilata di Emporio: “Un riconoscimento per il lavoro fatto negli ultimi due anni”

Ancora una volta, due anni dopo la scoperta del paziente “0” italiano di coronavirus, ecco che l’attualità è tornata a far sentire la sua morsa proprio in piena Fashion Week milanese. "Ogni volta che mi accingo a fare della moda non posso esimermi dal considerare quello che succede intorno a me, e in questi due anni è successo di tutto: io cerco di mediare tra il sentimento che arriva da una realtà esterna molto pesante e quello che è il mio amore, la mia passione, la mia voglia di gioia”, le parole dello stilista

di Ilaria Mauri

Doveva essere la sfilata della ripartenza, con le nuove collezioni Emporio Donna e Uomo, in passerella insieme dopo l’annullamento dello scorso mese, a causa dell’allarme contagi per il Covid, e con i 400 dipendenti del Gruppo Armani seduti sugli spalti assieme agli ospiti, e in parte lo è stata. In parte, perché inevitabilmente l’umore generale era compromesso dalle notizie di guerra che arrivano dall’Ucraina. Ancora una volta, due anni dopo la scoperta del paziente “0” italiano di coronavirus, ecco che l’attualità è tornata a far sentire la sua morsa proprio in piena Fashion Week milanese. In quest’ottica, la collezione Autunno/Inverno 2022 ideata da Giorgio Armani per Emporio, la sua linea più giovane e frizzante, assume un significato ancora più potente: ci fa capire l’importanza preziosissima di una “normalità” fatta di pace e serenità, puntellata da quella voglia di vivere che si irradiava nell’Armani Teatro a partire dai colori accesi, dallo scintillio dei cristalli, e dai riverberi del velluto, intensi come luce liquida.

Non a caso il titolo scelto da “Re Giorgio” è “ritmo del colore”, perché è proprio questo ad essere protagonista: fucsia, verde acquamarina e blu compongono la palette “base” del guardaroba della Donna, costruendo look che sono l’essenza stessa del concetto di glamour cittadino. Un gioco di contrasti dal sapore futurista che crea un luccichio ammaliante, valorizzando il fascino personale. “Non è così facile immaginare abiti nuovi quando si ha la norma di fare cose classiche e tradizionali – ha spiegato lo stilista ai giornalisti presenti -. Intraprendere un discorso diverso è per me sempre una sfida, ma una volta che ho acceso la lampadina poi si accende tutto il lampadario. Così, questa volta ho cercato di giocare con l’equilibrio tra eleganza e attitudine sportiva, senza strafare, senza voler stupire a tutti i costi. Ogni volta che mi accingo a fare della moda non posso esimermi dal considerare quello che succede intorno a me, e in questi due anni è successo di tutto: io cerco di mediare tra il sentimento che arriva da una realtà esterna molto pesante e quello che è il mio amore, la mia passione, la mia voglia di gioia”.

Questo connubio si traduce in un gioco di equilibrismo nei contrasti di colore su una base nero notte; ma anche nell’alternanza tra il tappeto di grigi scelto per il guardaroba maschile e le tonalità invece più brillanti di quello femminile. L’incedere dei modelli sulla passerella incorniciata da una scacchiera bianca e nera è ipnotico: la musica accentua ancora di più la costruzione veramente ritmica, modulare, dei look: miniabiti che si accompagnano a cuissardes e Mary Jane in versione stivale (già must have del prossimo inverno); completi dalla silhouette verticale, con giacche dalle abbottonature alte impreziosite da mostrine e pantaloni dal taglio curvilineo. Tornano piumini ed imbottiti, sia per lui che per lei, le minigonne e le maglie over: è l’allure dei ruggenti anni ’80 che sferza la passerella portando una ventata di joie de vivre. Notare: anche per l’uomo ci sono i cuissardes, in pelle grigio-Armani, abbinati a bermuda di maglia. E ancora tute dai tessuti leggerissimi e preziosi, scollature che lasciano la schiena nuda, esplosioni scintillanti ed effetti brina che descrivono e catturano il senso del nuovo glam, restituendo, nell’uscita finale, un caleidoscopio di riflessi metallizzati. È l’eleganza armaniana senza tempo, capace però di catturare e incarnare alla perfezione l’identità dei tempi che viviamo.

Una scelta di stile, come quello che ha spinto Giorgio Armani, preso atto della possibilità di ripristinare la capienza totale del suo Armani Teatro, di destinare i circa 400 posti aggiuntivi ai dipendenti dell’azienda: “La decisione di aprire la sfilata ai dipendenti l’ho presa solo ieri – ha spiegato lo stilista -. In questi due anni i ragazzi hanno lavorato duramente e fatto di tutto per aiutarmi, per questo meritavano un riconoscimento. Metterli vicino alla stampa e ai vip voleva dire per loro arrivare al Teatro di Armani come fossero ospiti speciali anche loro”. E così, in platea, i lavoratori si sono affiancati ai volti noti dello spettacolo, da Gianni Morandi a Paulo Dybala, da Cristina Marino e Maria Chiara Giannetta al campione olimpico Gianmarco Tamberi. Un’immagine forte che trasmette tutta la consapevolezza dello stilista sull’importanza del lavoro di squadra, tanto più nei due anni che abbiamo attraversato.

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