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Tommaso Paradiso attaccato sui social per la frase su Eurovision e curling: cosa è accaduto

"Mi riferisco semplicemente a una deviazione che non mi piace molto, che sta prendendo la nostra società, ovvero quella di essere una società sempre più monodiscorsiva, monoargomentativa. Si può parlare sempre e solo di una cosa e questa tendenza, che definirei quasi algoritmica mi sembra piuttosto irrefrenabile...", così il cantutore prova a spiegare la frase su curling ed Eurovision

di F. Q.

Italia pre pandemia: mare, sole, università, lavoro, studi, matematica, greco, latino, musei, storia, campagna, carne, vino, concerti, cinema…“. Una lista di “case, libri, fogli di giornale”, no. Una lista di cose che, secondo Tommaso Paradiso, ben rappresentava il nostro vivere pre pandemia. Poi: Eurovision e curling. Due cose che, sempre secondo il cantautore, sarebbero rappresentative del post pandemia. Quello di cui si parla di più. “Ripiamose”, la parola finale. Così su Instagram, ieri 22 febbraio. E il pubblico social avrà lasciato passare la cosa inosservata? No. “Tommaso Paradiso dice che gli italiani si son rincoglioniti perché pensano solo al curling e all’Eurovision, invece mandare vocali di 10 minuti soltanto per dirci quanto sei felice è da persone sane di mente immagino“, “Almeno Tommaso Paradiso è coerente perché tutta questa cosa non ha senso come i suoi testi“, “Ripiamose da Tommaso Paradiso non me lo faccio dire“. E così via. Reazioni forse un filo esagerate? Magari sì. Il fatto è che lui decide di non ‘lasciar correre’, ma spiega attraverso delle stories, sempre su Instagram: “Mi riferisco semplicemente a una deviazione che non mi piace molto, che sta prendendo la nostra società, ovvero quella di essere una società sempre più monodiscorsiva, monoargomentativa. Si può parlare sempre e solo di una cosa e questa tendenza, che definirei quasi algoritmica mi sembra piuttosto irrefrenabile, come se fosse l’unica via. Mi dispiace. Credo che abbia accelerato questo tipo di processo perché sono due anni che siamo davanti a televisori e telefonini, non facciamo altro. Stiamo ricominciando a fare altro adesso. Io farò sempre il tifo per la pluralità, anche argomentativa e discorsiva. Non si può parlare sempre e solo di una cosa all’anno”. Vi sembra più chiaro? O toppa peggiore del buco?

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