Botta e risposta a “L’aria che tira” (La7) tra la scrittrice Antonella Boralevi e Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova, che ribadisce la sua posizione in merito al green pass: “Sono stato il primo a dire che non è una misura di sanità pubblica, perché non ha impedito la trasmissione dell’infezione. E i 200mila contagi al giorno che abbiamo avuto ne sono una testimonianza. Ma il grande e indubbio merito del green pass è stato quello di aver incoraggiato le persone a vaccinarsi. Tuttavia, ci sono state delle estremizzazioni inutili“.

Il virologo spiega: “Io per coloro che non si vogliono vaccinare non ho nessuna simpatia, ma ricordo che ci sono moltissime persone che non si possono vaccinare perché sono esenti. Queste persone, per entrare in un ufficio postale, hanno delle difficoltà pazzesche. Eppure in un ufficio postale hanno tutti le mascherine. Ma che senso ha una cosa del genere? Le misure devono essere proporzionali all’effetto che si vuole ottenere. E invece – continua – ci sono alcune misure che obiettivamente sono state vessatorie, perché se uno pretende il green pass per entrare in un luogo dove tutti hanno le mascherine è chiaro che parliamo di misura vessatoria. Non ha nessuna logica di sanità pubblica. E il problema è proprio questo: noi dobbiamo cercare di evitare questa guerra ideologica contro i non vaccinati, perché altrimenti poi suscitiamo reazioni stupide“.

Non ci sta Boralevi che rimbrotta Crisanti: “Da filosofa del linguaggio, faccio notare che nella comunicazione quello che conta non è ciò che il comunicatore ha intenzione di dire, ma ciò che l’altro capisce. In questi 2 anni di pandemia noi abbiamo creato dei guru che sono dei maestri di pensiero, e cioè i virologi, tra cui c’è anche Crisanti. Le parole di Crisanti, espresse così, vengono poi utilizzate, come tante altre, dai no vax, visto che proprio lui è uno dei baluardi dei no vax. Viene citato continuamente da loro. Io credo che quello che ha detto si può esprimere in un modo forse più facile da capire“.

Pronta la replica di Crisanti: “Guardi, il problema è questo: la scienza non è una religione. Lei prima giustamente ha detto che i no vax in qualche modo si sono congregati in una religione. Io penso che coloro che sono favorevoli al vaccino non devono fare lo stesso errore. E quindi, siccome non stiamo parlando di religione, non dobbiamo né censurarci, né censurare”.
Ne finale, per stemperare la tensione in studio, la conduttrice Myrta Merlino mostra un articolo del sito satirico Lercio col titolo: “Crisanti avverte: ‘I brividi di Mahmood e Blanco possono essere sintomi del Covid’”.

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