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Jesi, bimbo di 8 anni accusato di “bullismo” resta in classe da solo: i genitori dei compagni non mandano i figli a scuola per protesta

Lo "sciopero" è andato avanti per due giorni. Secondo la presidente "l'esasperazione dei genitori è sfociata in un modo assolutamente inadeguato" ma le mamme e i papà rivendicano la decisione
Jesi, bimbo di 8 anni accusato di “bullismo” resta in classe da solo: i genitori dei compagni non mandano i figli a scuola per protesta
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Una classe intera per due giorni a casa, con un solo bambino lasciato in aula a seguire le lezioni. E non c’entrano le quarantene dovute al Covid. È quanto accaduto nella scuola elementare Collodi di Jesi in provincia di Ancona. Il motivo? Una protesta decisa da genitori degli alunni contro i mancati provvedimenti verso l’unico studente rimasto in classe, accusato di atti di bullismo, insulti, spintoni. A riportare la notizia il Messaggero.

Lo “sciopero” di alunni e genitori è iniziato giovedì, coinvolgendo 14 studenti. Stando ai racconti dei bambini coinvolti, gli atti di bullismo vanno avanti da anni. I bambini, raccontano i genitori, sono tornati a casa con lividi e graffi più volte, ma solo negli ultimi mesi con le continue lezioni da casa dovute al coronavirus, i genitori si sono resi conto di cosa accadeva in classe. Per questo i genitori hanno deciso di tenere i figli a casa, “perché non ci sentiamo più al sicuro”. I racconti sono molteplici: c’è chi ha visto il bambino lanciare un banco durante le lezioni, chi racconta del figlio tornato a casa con un dente scheggiato, chi di una bimba colpita in testa con i pugni. In un’occasione il bambino avrebbe anche lanciato dell’Amuchina negli occhi di un altro compagno.

Negli anni sono stati presi diversi provvedimenti che hanno visto l’intervento anche di diverse figure professionali, tra cui gli assistenti sociali. Ma ora i genitori chiedono altre misure ancora più efficaci. La preside Lidia Prosperi, sentita dal Messaggero, ha confermato la situazione, sottolineando di “essere intervenuta ripetutamente negli ultimi due anni” e di “non ignorare il problema” ma di non avere “purtroppo” la bacchetta magica. Secondo la dirigente, “l’esasperazione dei genitori è sfociata in un modo assolutamente inadeguato e inopportuno”, tanto che “persone che hanno ragione sono passate dalla parte del torto”. I genitori dal canto loro, rivendicano la decisione.

Intanto per due giorni il bambino accusato di essere un bullo è rimasto solo in classe, seguendo le lezioni in solitudine con le maestre. Lunedì invece tutti i compagni dovrebbero rientrare in aula.

Foto d’archivio

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