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Covid, Iss: “Decessi e terapie intensive, i non vaccinati rischiano fino a 27 volte di più”

Secondo il report settimanale dell'Istituto superiore di sanità sono in aumento i casi che riguardano la popolazione scolastica, soprattutto nelle fasce 5-11 e 0-5 anni. "Chi è senza dosi è più in pericolo anche di fronte ai casi di reinfezioni"
Covid, Iss: “Decessi e terapie intensive, i non vaccinati rischiano fino a 27 volte di più”
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I dati del nuovo report esteso dell’Istituto superiore della sanità ribadiscono l’efficacia del vaccino e i maggiori rischi per chi non si è ancora immunizzato contro il l’infezione da Sars-CoV-2. In crescita i casi per i minori nelle fasce tra i 5 e gli 11 anni e per gli under 5. Dati che secondo l’Iss sono il risultato “dalla maggiore attività di screening effettuata all’interno delle strutture scolastiche”. In calo, rispetto alla settimana precedente, l’incidenza nella fascia 12-15 mentre quella 16-19 conferma la tendenza in discesa già evidenziata nella settimana precedente.

Il tasso di mortalità tra i non vaccinati over 12 che, nel periodo tra il 3 dicembre 2021 e il 2 gennaio 2022, risulta essere nove volte più alto (60,2 decessi per 100mila persone) rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (6,4 decessi per 100mila) e addirittura 27 volte superiore rispetto a chi ha assunto anche la dose booster (2,2 decessi per 100mila). A riportarlo sono i numeri del settimanale rapporto esteso dell’Iss, che conferma la distanza tra vaccinati e non anche sul fronte delle ospedalizzazioni. Il tasso nella popolazione over 12 tra il 10 dicembre scorso e il 9 gennaio è di 302,7 ricoveri ordinari su 100mila abitanti per i non vaccinati: ben otto volte più alto di quello dei vaccinati con due dosi da meno di 120 giorni (40,1 ricoveri su 100mila) e dici volte maggiore di chi ha fatto la terza dose (29,4 ricoveri ogni 100mila abitanti). Peggio nelle terapie intensive, dove il tasso di occupazione per i non vaccinati (35,6 intensive per 100mila abitanti) è 18 volte superiore ai vaccinati con ciclo completo da meno di quattro mesi (2 intensive per 100mila) e addirittura 27 volte più alto rispetto a chi ha avuto la dose aggiuntiva (1,3 intensive per 100mila).

Aggiornati anche i dati sull’efficacia del vaccino mentre la variante Omicron è ormai oltre il 95 percento di prevalenza nel Paese. L’efficacia del vaccino anti Covid-19 “nel prevenire la diagnosi di infezione da Sars-CoV-2 è pari al 64 percento entro tre mesi dall’assunzione della seconda dose, 51% tra tre mesi e quattro mesi, e 36% oltre il quarto mese (120 giorni) dal completamento del ciclo vaccinale. Ma sale fino al 68% nei soggetti con terza dose booster”, scrive l’Istituto. Alta la protezione contro la malattia grave: “Al 92% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 93% nei vaccinati con ciclo completo tra 91 e 120 giorni, e 86% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. Per chi ha fatto anche la terza dose si arriva al 96% di protezione da complicazioni severe”.

I casi nello popolazione studentesca passano dal 24% della settimana scorsa al 30% degli ultimi sette giorni, ma con andamento differente nelle diverse fasce d’età. Un aumento che secondo l’Iss è dovuto alla crescente attività di screening nelle scuole: “Il 18% dei casi è stato riscontrato nei bambini sotto i 5 anni, il 44% nella fascia d’età 5-11 anni, il 38% nella fascia 12-19 anni”, si legge nel rapporto. Risultano in aumento i casi ogni 100mila abitanti nella fascia 5-11 anni e nei bambini sotto i 5 anni, mentre “rallenta la crescita del tasso di incidenza nella fascia 12-15 anni e la fascia 16-19 è in diminuzione da due settimane. Inoltre, comunica l’Istituto, nelle ultime due settimane si osserva la decrescita del tasso di ospedalizzazione in tutte le fasce di età inferiori ai 19 anni, ad esclusione della fascia 5-11 anni”. Da ultimo, rimangono stabili i casi di reinfezioni e in linea con la media del 2,9 percento del periodo tra il 24 agosto 2021 e il 26 gennaio 2022. Nell’ultima settimana sono il 3,1% del totale dei casi registrati, ed erano il 3,2% nei sette giorni precedenti. “La probabilità di contrarre una reinfezione – scrive l’Iss – risulta più elevata nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con almeno una dose“.

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