Noi Medici dell’Ambiente della Sezione di Napoli da decenni denunciamo e combattiamo non solo la cattiva informazione sanitaria, ma soprattutto il silenzio e l’ignavia politica e gestionale che l’accompagna e/o la determina. Grazie ai colleghi e compagni di lotta Esposito, Napolitano, Schiattarella effettuiamo tra l’altro un monitoraggio continuo e costante dei dati Arpac sull’aria e sappiamo quanto sono gravi e quanto sono ignorati.

Su nostra sollecitazione, la consigliera regionale Maria Muscarà ha prodotto una interrogazione regionale a risposta scritta sul perché, in una situazione di gravissimo inquinamento dell’aria in alcune zone della Regione Campania a minore aspettativa di vita media di Italia, non risultava da oltre un anno alcun dato validato dalla centralina destinata al monitoraggio del maxi inceneritore di Acerra, oggi il più grande inceneritore di Italia.

La risposta, protocollata in data 13 gennaio 2022, è surreale nella sua estrema gravità: “Si rappresenta che il problema trae origine dalla dismissione del sito industriale di Acerra, di proprietà de La Doria S.p.A.(conserve di pomodoro), presso il quale si trova la centralina de quo, in via Pagliarone 2, località Parmiano. Con la dismissione del sito industriale, e la conseguente interruzione dell’alimentazione elettrica della centralina, si è reso necessario disinstallare la strumentazione che sarebbe altrimenti stata compromessa. Infatti già in un primo sopralluogo presso la centralina, che ebbe luogo il 27 gennaio 2021, lo stabilimento era stato rinvenuto privo di alimentazione elettrica, al punto che nemmeno il cancello automatico di ingresso era in funzione”.

Pertanto, nel massimo silenzio istituzionale e mentre procede ininterrotto l’incenerimento di non meno di 2200 tonnellate di rifiuti al giorno (che rende alla lombarda A2a di proprietà dei comuni di Brescia Bergamo Milano e Varese e alla regione Campania circa 150 milioni l’anno, pari a circa 400mila euro al giorno!), veniamo cosi ufficialmente a sapere che la centralina per il monitoraggio della qualità dell’aria e quindi della salute pubblica del popolo della città di Acerra è ferma da un anno “per mancanza di energia elettrica” (!) all’interno di un sito privato di una fabbrica dismessa di conserve di pomodoro!

“Si rileva che il solo impianto di Acerra (Na) tratta il 66% del totale dei rifiuti inceneriti in tutto il Sud Italia, per un incenerimento pari a circa 731mila tonnellate di rifiuti per il 2020” (Ispra 2021). E’ ormai dimostrato scientificamente che “il particolato fine ha un effetto sulla salute umana, sia per brevi che per lunghe esposizioni, e che un’alta presenza del particolato può significativamente aumentare anche la mortalità dovuta a infezioni da Covid-19″.

L’Italia è tra i peggiori paesi europei per l’inquinamento atmosferico e in Italia i dati ufficiali delle Arpa regionali confermano che Napoli est-Porto e la zona del Nolano (San Vitaliano, Brusciano, Marigliano Mariglianella, Nola) sono le peggiori di Italia, facendo impallidire persino la pianura padana.

I dati Istat del settembre 2021 certificano la città metropolitana di Napoli come quella a minore aspettativa di vita media di tutta Italia: Acerra +170% rischio relativo mortalità per tutte le cause (Atlante Regione Campania 2020), Pomigliano e nolano sino a +290% RR mortalità.

Il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio. Il consiglio comunale condivide questa responsabilità. I compiti del sindaco sono quindi ampi, ma soprattutto il sindaco deve conoscere lo stato di salute della popolazione!

Il sindaco è autorità sanitaria locale ai sensi art 32 della Legge 833/78 e dell’art 117 del DLgs n. 112/1998. Pertanto, formalmente chiediamo ai sindaci di competenza (locale e metropolitano) di agire con immediatezza e ripristinare la piena funzionalità con monitoraggio completo anche orario delle centraline di riferimento. Non è tollerabile riscontrare, nel gennaio 2022, le seguenti dichiarazioni: “Su tutta la rete, all’epoca della realizzazione della stazione de quo, la strumentazione dotata della certificazione di equivalenza ai sistemi di riferimento previsti dalla normativa non era valida per il dato orario; la strumentazione è diventata obsoleta e si sono rese disponibili risorse economiche, seguendo sempre il principio di economicità indicato dal D.Lgs. 155/2010, si è avuto un progressivo ricambio della strumentazione […] ma tale centralina non è attrezzata per il monitoraggio orario”.

“Principio di economicità” per il monitoraggio di un maxi inceneritore che da solo ne vale ben 9 della Lombardia e che rende alla Lombardia e alla regione Campania non meno di 400mila euro al giorno?

Sperando che i politici sia locali che di governo sappiamo almeno guardare le figure, allego una semplice e sola figura tratta dal report Ispra 2021 sui rifiuti urbani che conferma come ad oggi non esiste più alcuna sostanziale differenza nella quota di incenerimento pro capite tra la Lombardia e la Campania. Ma si brucia tutto in un solo ed unico punto: Acerra! La differenza gravissima sta nel fatto che, mentre a Brescia, anche grazie ai soldi di Acerra, esiste un totem A2a in piazza della Loggia per monitorare la locale qualità dell’aria, ad Acerra, nonostante le promesse di tutti, da Bassolino a Berlusconi, in piazza Duomo non esiste nessun totem di monitoraggio orario del maxi inceneritore, ma soltanto una ricevitoria del Lotto per scommettere sulla propria sorte nella provincia a più bassa aspettativa di vita di Italia – finanche dopo la tempesta del Covid in Lombardia nel 2020!

Questa surreale storia della centralina del maxi inceneritore di Acerra, dimenticata per un anno a non funzionare nell’area di una azienda dismessa di conserve di pummarole, conferma la drammatica verità di una “legge di Marfi” su salute e ambiente nella munnezza in Campania: “Meglio essere una pummarola San Marzano (La Doria): sarai più tutelato e monitorato rispetto a qualunque cittadino campano!” (e ti pagano pure la corrente!).

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