“Dobbiamo ancora perfezionare il recepimento, ed è necessario farlo il prima possibile, della direttiva sul whistleblowing, prezioso strumento di contrasto alla corruzione, in parte già presente nel nostro sistema grazie agli interventi normativi varati nel 2012 e nel 2017″. La ministra Marta Cartabia in Aula al Senato, lo ha ricordato nella sua relazione sull’amministrazione della Giustizia, sottolineando che la corruzione richiede “attenzione” e richiamando le parole sul tema del capo dello Stato “C’è una costante preoccupazione sulla piaga della corruzione, che richiede continua attenzione, per la sua capacità di divorare le risorse pubbliche e minare il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini, come ebbe a sottolineare il presidente della Repubblica”.

L’Italia non ha rispettato la scadenza del 17 dicembre 2021, data entro la quale l’Unione europea ha previsto per tutti i paesi membri il recepimento della direttiva 2019/1937, che amplia la normativa per tutelare chi denuncia violazioni o reati all’interno del proprio ambiente di lavoro, compresa una stretta sulle sanzioni per punire con maggiore efficacia le ritorsioni nei confronti dei whistleblower. La direttiva dell’Unione Europea che protegge i “Whistleblower“, i dipendenti che svelano malaffare e corruzione all’interno delle loro aziende, è ufficialmente entrata in vigore dopo il via libera definitivo del consiglio Ue il 17 dicembre 2019. Ed era stato fissato in due anni il lasso di tempo entro il quale gli Stati membri avrebbero dovuto recepire la normativa nel diritto nazionale. Nel dettaglio: la legge impone alle aziende con almeno 50 dipendenti o a Comuni con più di 10mila abitanti la creazione di canali sicuri per la segnalazione degli illeciti, sia nel privato che nel pubblico. La nuova direttiva, inoltre, garantisce protezione agli informatori contro le ritorsioni, quali la sospensione, la retrocessione e l’intimidazione, e obbliga le autorità nazionali a informare adeguatamente i cittadini e a impartire ai funzionari pubblici una formazione su come trattare le segnalazioni.

“Con piacere notiamo che la ministra Cartabia, a distanza di mesi, di richieste e incontri istituzionali che puntavano al coinvolgimento della società civile, si è espressa oggi sul tema della lotta alla corruzione. La ministra ha affermato che il recepimento della direttiva europea su whistleblower è una priorità. Bene, speriamo che finalmente si passi dalle parole ai fatti – afferma, in una nota, Federico Anghelè, direttore di The Good Lobby che a novembre aveva già segnalato il ritardo – Anche il Presidente Draghi nel suo primo discorso alle Camere aveva ribadito l’importanza di uno strumento di contrasto alla corruzione. Speriamo che la Guardasigilli finalmente prema per perfezionare il prima possibile il recepimento della direttiva. Noi, in rappresentanza della società civile, ci siamo” .

“Grande apprezzamento per le rassicurazioni date oggi dalla ministra Cartabia nella sua relazione al Senato sul pronto recepimento della direttiva europea a tutela del whistleblowing. Si tratta di una riforma importante, che l’Autorità Anticorruzione invoca da tempo” afferma Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità Anticorruzione. “Piena soddisfazione esprimiamo pure per l’impegno assunto dalla ministra di dare priorità di attenzione al nodo della corruzione in Italia, le cui conseguenze negative vanno ben al di là del singolo episodio interessato, e anche dei danni eventualmente prodotti per lo spreco di risorse pubbliche. In gioco è la fiducia stessa dei cittadini verso le istituzioni”.

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