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I Metallica assoldano cani anti-Covid per fiutare i contagiati tra il loro staff: “Finora non hanno mai sbagliato”

Un’esperienza così positiva che è stata poi imitata dai Tool, dai Black Keys e anche dai Twenty One Pilots

di Simona Griggio

I primi sono stati gli storici protagonisti dell’heavy metal: i Metallica. Loro sono stati i primi a utilizzare i cani anti Covid nei loro concerti. Poi sono arrivati i Tool, poi i Black Keys. Obiettivo: tutelare la sicurezza delle band, dei loro staff e di conseguenza anche dei loro fan. Il Coronavirus non entra nel backstage. Questo grazie agli animali della compagnia Bio-Detection K9 dell’Ohio. L’azienda ha insegnato agli animali a fiutare e a scovare il virus negli esseri umani con un addestramento di sei mesi. Con quale sicurezza? Tra il 98 e il 99 per cento dei casi analizzati.

I Metallica si sono affidati al fiuto di questi cani prima per i loro concerti a Fort Lauderdale e ad Atlanta. Poi, visto che ha funzionato così bene, hanno deciso di schierarli anche per gli spettacoli del loro anniversario numero 40 a San Francisco. Un’esperienza così positiva che è stata poi imitata dai Tool, dai Black Keys e anche dai Twenty One Pilots. Questa è la scena si ripete sempre uguale prima degli show e nelle fasi dell’allestimento. Tutti si dispongono in fila, ovviamente rispettando le regole del distanziamento. Poi ci si toglie la mascherina uno per uno e la si fa annusare al cane. Che cosa accade quando il suo fiuto rileva il Covid? Il cane si siede immobile davanti alla persona e la punta.

Il meccanismo è spiegato da Wade Morrell, l’amministratore delegato di Priority One Canine, che nei mesi scorsi ha rilevato proprio Bio-Detection K9, dando nuovo impulso all’attività dell’azienda. “Nella mascherina – spiega – c’è un’area di odore molto concentrata e così c’è una maggiore probabilità che i cani trovino il virus”. La sicurezza aumenta e i tempi per eseguire le verifiche si restringono. Un esempio: per un concerto di grosse dimensioni sono almeno cento le persone che lavorano alla sua realizzazione. Il ritmo di controllo dei cani può arrivare a 200 persone all’ora. Qualunque altro sistema è più lento e anche meno accurato. John Peets della Q Prime, l’agenzia di management dei Metallica, lo conferma: “Toccando ferro, finora i cani hanno fatto un ottimo lavoro e non hanno mai sbagliato”.

Un successo anche per l’azienda, che aveva debuttato agli eventi automobilistici Nascar e alle partite di basket dei Miami Heat. Bio Detection K9 si occupa dell’utilizzo dei cani per individuare virus, batteri e funghi da più di dieci anni, in collaborazione con il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e altre agenzie governative. Quando è arrivato il Covid è partito un progetto ambizioso. Concentrare gli sforzi sul loro addestramento per rilevare il virus in tutto il mondo, per la ripresagli eventi sociali e sportivi in modo sicuro. I loro animali sono addestrati specificamente per il Covid nelle sue varianti, e non lo confondono con l’influenza e i raffreddori.

In Italia? I cani che fiutano il Covid sono arrivati già la scorsa estate. Per ora si tratta di progetti sperimentali come quello partito a settembre allo Ieo – Istituto Europeo di Oncologia. L’obiettivo è un aiuto allo screening per ridurre l’utilizzo di tamponi molecolari. Il cane è addestrato per riconoscere il virus nelle persone asintomatiche, che desiderano fare il test, in ingresso. Una sperimentazione ancora in corso coinvolge anche Università degli Studi di Milano, centro cinofili e ospedale Sacco. I cani fiutano garze impregnate di sudore di persone affette dalla malattia e soggetti negativi al tampone molecolare. Le capacità olfattive dei migliori amici dell’uomo, addestrati nel distinguere gli odori, potrebbero davvero dare una mano. Non solo nei concerti rock.

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