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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 11:57 del 17 Gennaio 2022

Cartabellotta: “Ci sono segnali importanti di rallentamento dell’epidemia, l’obbligo vaccinale sta dando risultati. Siamo al picco? Ni”

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Si vedono segnali importanti di rallentamento dell’epidemia. Alla domanda se siamo arrivati al picco, la risposta potrebbe essere ni. Ovviamente aspettiamo che questo rallentamento si consolidi, anche perché in tanti sono tornati al lavoro e a scuola da pochi giorni dopo le feste di Natale. Lunedì prossimo sapremo più o meno che direzione prenderà la curva dei contagi”. Sono le parole pronunciate ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, dal presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che, dati alla mano, fa il punto della situazione epidemica in Italia.

Cartabellotta premette che, grazie all’obbligo vaccinale dal 6 gennaio, ci sono visibili risultati positivi: “Nell’ultima settimana abbiamo sfondato il tetto dei 4,5 milioni di somministrazioni settimanali tra prime, seconde e terze dosi: è un numero che non avevamo mai raggiunto prima. Il numero dei nuovi vaccinati è 542mila, di cui circa la metà appartiene alla fascia 5-11 anni. Ma la bella sorpresa è che i nuovi vaccinati sopra i 12 anni sono quasi 275mila e ben 137mila sono over 50. Quindi, vuoi o non vuoi – continua – la definizione dell’obbligo vaccinale dal 6 gennaio qualche risultato lo ha determinato e la stessa campagna vaccinale procede in maniera abbastanza serrata. Le terze dosi, a parte i giorni festivi, si mantengono a oltre i 580mila a settimana e siamo arrivati a una copertura nazionale quasi del 70%, ovviamente con le solite differenze regionali. Pertanto, il capitolo vaccinazione ha solo buone notizie, si sta accelerando su tutti i fronti, ma è soprattutto è molto importante vedere che succede nella fascia over 50, che è quella più a rischio per ospedalizzazioni e decessi”.

Circa i contagi, il presidente della fondazione Gimbe osserva: “Ci sono segnali di flessione della curva. Il tasso di positività dei tamponi molecolari è sceso, passando dal 27% il 6 gennaio al 22% di ieri. Quello degli antigenici è stabile intorno al 15%. Questo verosimilmente è conseguenza del fatto che abbiamo situazioni differenziate da regione a regione, quindi alcune regioni potrebbero aver già raggiunto il picco. Uso il condizionale: sembrerebbe che si siano incoraggianti segnali dal punto di vista del raffreddamento della curva. Rispetto al numero dei casi, attualmente 2 milioni di positivi, la situazione ospedaliera – conclude – sembra essere sostanzialmente sotto controllo: gli ingressi in terapia intensiva sembra che stiano flettendo e i tassi di occupazione ospedaliera si mantengono stabili, sempre con situazione variabile da regione a regione. Purtroppo la curva dei decessi è in ripida salita e sarà l’ultima a scendere. Ci siamo un po’ assuefatti ai decessi e si guardano di meno, ma oltre 300 morti al giorno è un numero enorme. Va sottolineato che i decessi riguardano prevalentemente persone non vaccinate: l’efficacia del vaccino sulla malattia grave è assolutamente indiscutibile e di enorme impatto”.

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