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Covid, Oms: “L’obbligo vaccinale deve essere chiaro, esplicito e limitato nel tempo. Serve una comunicazione appropriata”

Per l'organizzazione mondiale della sanità l'obbligatorietà dev'essere considerata come "l'ultima spiaggia". Il direttore generale Ghebreyesus però aggiunge che "imparare a convivere con questo virus non significa che possiamo o dobbiamo accettare quasi 50mila decessi a settimana"
Covid, Oms: “L’obbligo vaccinale deve essere chiaro, esplicito e limitato nel tempo. Serve una comunicazione appropriata”
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Non si può imporre l’obbligo vaccinale senza un’adeguato chiarimento dei rischi, anche per questo dovrebbe essere “temporaneo”. Lo ha dichiarato il direttore esecutivo del programma di emergenza dell’Organizzazione mondiale della sanità, Mike Ryan, secondo cui l’obbligo della vaccinazione dovrebbe essere “chiaro, esplicito e limitato nel tempo“, oltre che “accompagnato da un’appropriata comunicazione e chiarimento dei rischi“. Questo perché anche l’Oms, spiega, “considera l’obbligatorietà come l’ultima spiaggia“, esortando poi i governi a bilanciare i benefici della vaccinazione con “le limitazioni ai diritti ed alle libertà individuali”.

L’Oms precisa comunque che la vaccinazione rimane la prima e più efficace arma per sconfiggere il virus e limitarne i danni sulla salute delle persone. Il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel briefing sulla pandemia a Ginevra ha infatti ribadito che “anche se Omicron provoca una malattia meno grave di Delta, rimane un virus pericoloso, in particolare per coloro che non sono vaccinati”. E ha poi ricordato che “l’enorme picco di infezioni” nel mondo “è guidato da Omicron, che sta rapidamente sostituendo Delta in quasi tutti i Paesi. La scorsa settimana più di 15 milioni di nuovi casi di Covid sono stati segnalati in tutto il mondo, di gran lunga il maggior numero di casi segnalati in una sola settimana”.

Nonostante questa impennata di contagi da Omicron, precisa comunque il direttore dell’Oms, “il numero di decessi segnalati settimanalmente è rimasto stabile dall’ottobre dello scorso anno, con una media di 48mila morti a settimana“. Ed anche se “il numero di pazienti ricoverati in ospedale è in aumento nella maggior parte dei Paesi, non è al livello delle ondate precedenti, probabilmente per la minore gravità di Omicron e per l’immunità diffusa grazie ai vaccini o per precedenti infezioni”. La nuova variante, però, “rimane pericolosa” e “imparare a convivere con questo virus non significa che possiamo o dobbiamo accettare quasi 50mila decessi a settimana”.

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