Appare decisamente accidentato il percorso che dovrebbe portare alla realizzazione delle 102 grandi opere – per un valore complessivo di ben 99 miliardi di eurocommissariate lo scorso anno da governo per tentare di velocizzare le procedure. Dal primo rapporto inviato alle commissioni parlamentari dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili emerge che i commissari hanno segnalato un totale di 113 criticità di carattere finanziario, procedurale, ambientale, archeologico-paesaggistico o tecnico. Più di metà delle infrastrutture – anche se non c’è scritto quali – è rallentata da problemi di qualche tipo, anche se il ministero spiega che “si tratta di criticità e problematiche preesistenti al Commissariamento, per risolvere le quali si è fatto ricorso a tale strumento”. I commissari hanno il potere di derogare a norme di natura amministrativa (eccetto quelle che riguardano ambiente e tutela dei beni culturali), assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante e operare in deroga al codice appalti.

Le prime 57 opere, affidate a 29 commissari già per decisione del governo Conte poi resa operativa da Draghi, comprendono 16 ferrovie, 14 strade, la metro C di Roma (il cui commissario Maurizio Gentile ha peraltro dato le dimissioni a novembre), tre opere portuali e 12 presidi di pubblica sicurezza. Il 56% riscontra problematiche riconducibili a questioni ambientali (16%), archeologiche-paesaggistiche (13%), finanziarie (31%), tecniche (13%) e procedurali (27%). Una sola, il collegamento del porto di Civitavecchia con il nodo intermodale di Orte, presenta un significativo scostamento rispetto al cronoprogramma. Nell’agosto 2021 sono poi stati nominati 20 commissari per altre 45 opere: 15 ferroviarie, 18 stradali, due di trasporto locale e 10 caserme. Le criticità per questo gruppo riguardano per il 25% questioni ambientali, per il 18% archeologiche-paesaggistiche, per il 22% finanziarie, per l’8% aspetti tecnici, per il 27% procedurali.

Da notare che tra le 102 ci sono anche le dieci opere “di particolare complessità o rilevante impatto – tra cui la costosissima alta velocità Salerno-Reggio Calabria, l’asse ferroviario Palermo-Catania-Messina, la linea Battipaglia-Potenza-Taranto, la Roma-Pescara– da finanziare con le risorse del Recovery e del fondo complementare e per le quali il decreto Semplificazioni ha previsto una “procedura speciale” con tempi contingentati per ogni step e addirittura un comitato speciale ad hoc in seno al Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Il ministro Enrico Giovannini fa sapere che “sulla base dei dati raccolti il Ministero verranno ora individuate, d’intesa con i Commissari, le ulteriori iniziative necessarie per superare le criticità evidenziate”. Entro il mese di gennaio sarà attivato il portale Osserva Cantieri attraverso il quale “verranno fornite informazioni utili ai diversi soggetti coinvolti (istituzioni, società civile, Commissari, vertici politici) per valutare gli stati di avanzamento delle fasi procedurali previsionali ed effettive dei progetti, corredati da indicatori fisici, sociali e ambientali, utili per comprendere l’impatto di ogni intervento”.

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