L’attuale presidente della Repubblica Tedesca Frank-Walter Steinmeier compie 66 anni e si avvia a ricoprire un secondo mandato, stante che, dopo socialdemocratici e liberali, anche i Verdi hanno sciolto le loro riserve e in una dichiarazione a quattro voci invitato ad appoggiarne la rielezione. La doppia coppia dei presidenti del partito Robert Habeck ed Annalena Baerbock e delle capogruppo Katharina Dröge e Britta Haβellmann ha lodato Frank-Walter Steinmeier “è un presidente molto bravo ed apprezzato e nel primo mandato ha raccolto molti meriti per il Paese. Soprattutto la sua voce forte per la coesione sociale gli guadagnano il nostro rispetto ed appoggio”. I quattro si sono detti convinti che sarà ancora capace “di tenere la società tedesca fuori dalla pandemia e darle orientamento” suggerendone la rielezione. Nei giorni scorsi il vicecapo dei socialdemocratici Hubertus Heil aveva definito Steinmeier “un caso fortunato per la nostra democrazia”, mentre l’attuale ministro delle Finanze e capo della Fdp, Christian Lindner, aveva confermato che i liberali avrebbero appoggiato la rielezione del capo dello Stato.

Mentre in Italia una delle questioni che investono la prossima elezione del presidente della Repubblica è proprio il rischio che la maggioranza (ampia) di governo possa rompersi in vari pezzi (e non solo per il voto segreto, tutto lascia presagire che la Germania sceglierà la stabilità, a partire dalla compattezza delle forze politiche che sostengono il governo del cancelliere Olaf Scholz. Per Steinmeier, comunque, potrebbe diventare quasi un plebiscito: anche i direttivi di Cdu e Csu hanno indicato Steinmeier. La presentazione di una propria candidata senza prospettive di successo – com’era nelle prime intenzioni dei due partiti cristianodemocratici – avrebbe tradito l’auspicio di più donne nelle alte cariche politiche, che le due forze politiche hanno iscritto a motto dopo l’uscita di scena di Angela Merkel, ma che d’altronde non hanno perseguito neppure nella battaglia per l’elezione della nuova leadership della Cdu, vinta da Friedrich Merz.

L’Assemblea elettiva nazionale che eleggerà il presidente della Repubblica federale di Germania si riunirà il 13 febbraio: è costituita dai 736 membri del Bundestag ed altrettanti delegati dei 16 Länder; in totale 1.472 componenti. L’articolo 54 della Costituzione tedesca prevede che alle prime due votazioni il presidente debba essere eletto a maggioranza assoluta, dalla terza basta la maggioranza semplice. I tre partiti di governo esprimono tutti insieme 776 voti, con un margine di 39 sufficiente ad assicurare la rielezione all’attuale presidente, anche senza l’apporto delle opposizioni. Il mandato dura 5 anni ed è rinnovabile una sola volta. I poteri del presidente della Repubblica tedesca non sono molto diversi da quelli dell’omologo italiano, in ambito di politica estera, giustizia e anche politica interna: può firmare provvedimenti di grazia, sottoscrive trattati internazionali, controfirma le leggi federali, propone al Bundestag il candidato cancelliere, lo nomina e lo revoca (e così i ministri), può sciogliere il Bundestag.

Steinmeier, presidente dal 2017, proveniente dalla Spd, ha rinnovato fino alle ultime settimane grande stima ed amicizia per il capo dello Stato Sergio Mattarella, con il quale ha visitato nel corso del suo mandato i luoghi degli eccidi nazisti e fascisti, dalle Fosse Ardeatine a Fivizzano, in Toscana. Il presidente tedesco aveva detto a Repubblica, tempo fa: “‘Noi non potremo avere perfetta vita senza amici’, si dice nella Divina Commedia di Dante. In politica non si trovano tanto spesso amici. Maggiore è, pertanto, la gioia che provo nell’aver trovato un amico in Sergio Mattarella. Un presidente con i medesimi principi, per cui la democrazia e lo Stato di diritto, l’equilibrio sociale e la forza della ragione non sono concetti astratti, ma responsabilità vissuta”.

Prima di essere eletto il 12 febbraio 2017 a dodicesimo presidente della Repubblica, il giurista Frank-Walter Steinmeier era stato capo dell’Ufficio della Cancelleria dal 1999 al 2005 sotto Gerhard Schröder, contribuendo all’architettura delle riforme del mondo del lavoro in senso liberista note come “Agenda 2010”. Un piano ben lontano nello spirito della sua tesi di dottorato del 1991: “Tradizioni e prospettive dell’intervento statale per impedire e sconfiggere la vita senza tetto” che sarebbe costato in termini elettorali alla Spd, ma che contribuì a risollevare economicamente la Germania. Dal 2005 al 2009 Steinmeier è stato ministro degli Esteri nel primo governo Merkel, nel quale dal 2007 rivestì anche il ruolo di vicecancelliere. Era tornato ancora a capo degli Esteri dal dicembre 2013 al febbraio 2017 nel terzo Governo guidato da Angela Merkel. Dal 2009 al 2013 era stato capogruppo al Bundestag della Spd. Ha scritto sei libri, tra i quali spiccano nel 2009 la biografia, Mein Deutschland-Wofür ich stehe (La mia Germania – Quello che penso) e nel 2016 i volumi Europa ist die Lösung-Curchills Vermächtnis (L’Europa è la soluzione – L’eredità di Churchill) e Flugschreiber. Notizen aus der Auβenpolitik in Krisenzeiten (Dispacci di volo. Notizie dalla politica estera in tempi di crisi).

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