Per sei ore un uomo di 69 anni è rimasto in attesa nella sala accettazione del pronto soccorso di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso. Scoraggiato per il periodo interminabile, se ne è andato a casa. Ma è deceduto il giorno dopo. Adesso la figlia ha chiesto di incontrare il direttore generale dell’Ulss 2 per avere un chiarimento e la struttura sanitaria ha avviato una verifica interna per capire che cosa possa essere accaduto, in particolare se la mancata presa in carico da parte dei sanitari del pronto soccorso possa aver contribuito al decesso.

L’episodio risale al 28 novembre. Armando Tonin, residente a Resana, era andato in ospedale perché era stato colto da dolori addominali. Al pronto soccorso era stato accettato in “codice bianco”, quindi senza alcun motivo di urgenza. È così rimasto in attesa per lungo tempo, e alla fine aveva deciso di andarsene. La coincidenza tra la visita non effettuata e il decesso non poteva passare inosservata, anche perché la figlia Elena, di 36 anni, si è rivolta ai vertici dell’Ulss: vuole sapere dal direttore generale Francesco Benazzi, con cui avrà un incontro, come sia stato possibile che al padre fosse assegnato un codice bianco e che non venisse visitato per un periodo così lungo. È stata disposta l’autopsia, che dovrà chiarire le cause della morte.

Benazzi ha dichiarato: “Siamo vicini al dolore dei familiari per questa perdita. Parlerò con la figlia e avvieremo una verifica per capire se qualcosa non ha funzionato in pronto soccorso”. Ha però ribadito: “Ho piena fiducia nei nostri professionisti e rimaniamo in attesa dell’esito dell’autopsia per capire cos’è successo. Sappiamo che ci sono decessi che non dipendono da una visita. Le cause potrebbero anche essere diverse”. La famiglia è comunque sconcertata, pur capendo le difficoltà del sistema già sotto stress per l’emergenza Covid. Armando Tonin era un paziente diabetico, cardiopatico e obeso.

Non molto tempo fa la stessa direzione sanitaria aveva lamentato la carenza di medici nei pronto soccorso. Ad esempio, nell’ospedale di Treviso, cinque medici che si occupavano dell’ambulatorio codici bianchi del pronto soccorso hanno optato per diventare medici di famiglia, determinando quindi un buco nella pianta organica. Il direttore Benazzi ha dichiarato ai giornali locali: “Purtroppo, con pochi medici a disposizione, le attese nei pronto soccorso si allungano. Ho saputo dai miei medici che il signore aveva atteso a lungo”.

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