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Lobby, i renziani insistono: cambiare la norma contro le porte girevoli tra affari e politica. Slitta il voto in Aula alla Camera

Italia viva vuole eliminare a tutti i costi la norma sul "raffreddamento" contenuta nel testo, che nella versione light approvata martedì impedisce ai membri di governo di trasformarsi in lobbisti prima di un anno dalla fine del mandato. I renziani chiedono di riaprire i termini per la presentazione degli emendamenti: l'obiettivo è riuscire ad annacquare ulteriormente quel passaggio. Così il dossier è stato rimandato a data da destinarsi
Lobby, i renziani insistono: cambiare la norma contro le porte girevoli tra affari e politica. Slitta il voto in Aula alla Camera
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Non approderà giovedì in Aula alla Camera la proposta di legge per la regolamentazione delle lobby. Dopo il fallito blitz in Commissione Affari costituzionali, Italia viva vuole eliminare a tutti i costi la norma sul “raffreddamento” contenuta nel testo base, che nella versione originale impediva ai decisori pubblici (parlamentari e membri di governo nazionali e locali) di trasformarsi in lobbisti prima di tre anni dalla fine del mandato. Un modo per contrastare il fenomeno delle “porte girevoli” tra politica e affari, una pratica deleteria per la trasparenza, l’integrità e l’equità delle istituzioni a cui ilfattoquotidiano.it ha dedicato uno speciale. Martedì i renziani hanno votato insieme al centrodestra persino contro l’emendamento che ha introdotto una versione ultra-light della regola: il periodo di cooling-off è limitato a un anno per chi svolge incarichi di governo nazionale e regionale, alla sola durata del mandato per tutti gli altri (inclusi parlamentari e sindaci). La proposta però è passata lo stesso, per l’assenza di numerosi eletti della Lega.

Ora però i renziani chiedono di riaprire i termini per la presentazione degli emendamenti: l’obiettivo è riuscire ad annacquare ulteriormente quel passaggio, o ancora meglio eliminarlo dal testo. Così, nella riunione di maggioranza tenuta nel pomeriggio, è apparso chiaro che non ci sono i numeri per votare il mandato alla relatrice (la pentastellata Vittoria Baldino) e far arrivare il provvedimento all’esame dell’Aula, dov’era calendarizzato per giovedì 2 dicembre. Così il dossier è stato rimandato a data da destinarsi per trovare un nuovo compromesso.

“Siamo giunti all’ultimo miglio per colmare quel vuoto normativo sottolineato più volte dalla Commissione europea e che nel nostro Paese persiste da troppo tempo”, dichiara Baldino. “Abbiamo fatto un lavoro di sintesi molto importante nella consapevolezza di dover mettere d’accordo forze politiche che partivano da obiettivi e presupposti molto diversi. Da relatrice ho esaminato ogni emendamento nell’ottica del maggiore coinvolgimento possibile di tutte le sensibilità in campo, pur senza snaturare la legge. Prendiamo atto che persistono ancora delle divergenze e lavoreremo per colmarle. Ora abbiamo l’opportunità di approvare un provvedimento che la categoria stessa aspetta da anni”. Oggi a caldeggiare l’accordo era arrivata anche la vicepresidente grillina della Camera Maria Elena Spadoni: “È fondamentale non sprecare questa opportunità e approvare quanto prima una legge che da troppi anni aspetta il nostro Paese. Mi appello dunque al buonsenso di tutte le forze politiche“, scrive in una nota.

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