Scintille a “Coffee break” (La7) tra l’economista Giulio Sapelli e il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, sul nome del prossimo presidente della Repubblica.
Il giornalista auspica che sia una donna, sostenendo che esistano ben quattro figure femminili “straordinarie” e adeguate al ruolo di capo dello Stato.
Sapelli reagisce scoppiando a ridere per diversi minuti. Poi spiega: “Rido per non piangere, con tutto il rispetto per l’amico Tarquinio. Questa è la stessa cultura che ci porta a buttare giù le statue di Churchill e a dimenticare la storia. Non si risolvono i problemi con l’invenzione “facciamo una donna presidente della Repubblica”. Ma è così che si discute di politica? Voi avete distrutto la politica con questa questione. Al primo posto c’è l’intelligenza e non si deve continuare a offendere le donne. Il problema delle donne sono i salari bassi e il fatto che non ci siano gli asili nido, non certo che non siano candidate alla presidenza della Repubblica. Ma per favore. Bisogna fare un ragionamento politico”.

E rincara: “Avete fatto già danni immensi con questa subcultura da New York Times . Abbi pazienza, Tarquinio, che lo dica Mattarella posso capirlo. Ma che lo dica tu, che dirigi un giornale come l’Avvenire, cioè il giornale della Cei. Mamma mia”.
Tarquinio ribatte: “L’amico Sapelli ha fatto una requisitoria e un processo alle intenzioni. Marco Tarquinio non è un imbecille. E se Sapelli ha la buona grazia di leggere il giornale che dirigo, sa che gli argomenti di cui parla sono al centro delle nostre cronache. Ora Sapelli mi faccia il piacere di ascoltarmi, come io ho ascoltato la sua requisitoria e qualche contumelia”.

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