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Ultimo aggiornamento: 10:22 del 19 Aprile 2022

Transizione ecologica, gli obiettivi (raggiungibili) secondo Cingolani. “Ma la situazione non migliorerà, al massimo torneremo come 40 anni fa”

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“Non torneremo indietro, sarà leggermente peggio di com’è adesso. Se bravi, nei prossimi 2 o 3 decenni, potremo tornare alla situazione che avevamo 40 o 50 anni fa”. È parte del discorso che il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha fatto mercoledì 3 novambre all’Auditorium Loyola di ‘Roma Eventi’ partecipando al convegno dedicato a Sostenibilità, Innovazione e Competitività dell’industria Italiana. Il ministro ha elencato quali sono, a suo parere, gli obiettivi raggiungibili, nel percorso di decarbonizzazione e passaggio a fonti di energia verdi. “Io sono sicuro che arriveremo al 2030 avendo fatto bene il Pnrr ed avremo il 72% di energia elettrica prodotta da sorgenti verdi, ma facciamo due conti. Noi oggi consumiamo 300 Terawatt/ora ma se io prendo tutta l’energia primaria italiana, se fosse tutto elettrico, sarebbero 1000 TeraWatt/ora, ovvero un milione di miliardi di Watt/ora. Se noi nel 2030 avremo fatto il 70% dell’attuale, quindi 210 TeraWatt ne avremmo comunque 800 da trasformare in elettricità, e allora la domanda è questa: come lo facciamo?”.

Alla platea, dove spiccano le presenze di Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, Franco Bernabè e di Marco Alverà (amministratore delegato di Snam), Cingolani ha illustra come intende attuare la transizione energetica. “Ora dobbiamo sperare che le celle solari nei prossimi anni arrivino ad efficienze altissime, di fare l’off-shore, pale eoliche sempre più efficaci, repowering, di potenziare il geotermico, di cambiare tutte le idroelettriche migliorandole, ma se tutto va bene nel 2030 arriviamo a 210 Terawatt e per avere un’Italia complementarmente elettrica bisogna fare cinque volte tanto al 2050 per essere ‘net zero’”. Per il ministro la situazione “non può migliorare per almeno 3-400 anni, perché la persistenza della CO2 è di qualche secolo, dopodiché il raffreddamento di un grande termosifone, chiamato Pianeta Terra richiede altri secoli. Quindi noi nel 2100, se saremmo stati bravi in questi 2-3 decenni, torneremo alla situazione di 40-50 anni fa”.

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