Tagliare l’Iva sugli assorbenti femminili dal 22 al 10 per cento. Dopo anni di tentativi falliti e promesse mancate, il governo Draghi ci riprova: l’intervento per ridimensionare la tampon tax, la tassa che una donna con le mestruazioni in Italia è costretta a pagare, è tra le misure inserite nel Documento programmatico di bilancio, la cornice della prossima legge di bilancio. “L’annunciata riduzione dell’aliquota sui prodotti igienici femminili in legge di Bilancio è una notizia estremamente positiva. Si tratta di un ulteriore, importante passaggio che ci auguriamo possa condurre quanto prima all’abolizione della Tampon tax”, sottolinea il M5s, che già venerdì scorso aveva posto l’attenzione sul tema. E oggi, in cabina di regia, la proposta è stata rilanciata sia dal Pd e che da Italia viva. I tre partiti chiedono una riduzione ulteriore dell’Iva, i renziani hanno già messo sul tavolo l’ipotesi di arrivare al 4 per cento.

Ad oggi in Italia gli assorbenti femminili sono beni ordinari (cioè che non godono di aliquota ridotta) come vino, sigarette e vestiti: l’Iva, quindi, è al 22%. La conseguenza è che gli assorbenti hanno prezzi tra i più alti in Europa: nel Regno Unito l’Iva è al 5%, in Francia al 5,5, in Germania nel 2019 grazie a una petizione è scesa dal 19 al 7 percento. La tampon tax italiana invece è sui livelli di Ungheria (27%), Danimarca, Svezia e Norvegia (25%). Due anni fa, poco prima dell’inizio della pandemia, il governo giallorosso provò a porre rimedio: alla fine però il taglio dell’Iva al 5% riguardò solamente gli assorbenti compostabili e biodegradabili, quasi introvabili sul mercato.

La prima proposta avanzata in Italia per ridimensionare la tampon tax risale però a 5 anni fa: nel 2016 ci provò Pippo Civati, ma la sua norma fu accolta tre i risolini dei colleghi parlamentari. Hanno fatto seguito dibatti in quattro governi diversi, almeno tre proposte di legge mai discusse e tre emendamenti bocciati. Ora tocca all’esecutivo guidato da Mario Draghi: nella sua maggioranza, almeno tre partiti su cinque sostengono la misura. E chiedono una riduzione significativa: un taglio dell’Iva al 4%. Sul tavolo del governo c’è per ora una riduzione al 10%.

“Le donne aspettano questa misura da anni, ma tutte le forze politiche che si sono alternate al governo negli ultimi decenni hanno clamorosamente fallito su questo fronte”, si legge in una nota delle parlamentari e dei parlamentari del Gruppo Pari Opportunità del M5s. “Solo con il Movimento al governo, la riduzione dell’Iva sugli assorbenti sta diventando realtà. Il nostro impegno sul tema si è concretizzato prima con un disegno di legge presentato al Senato per introdurre l’aliquota Iva agevolata al 5 per cento. Poi con l’introduzione dell’Iva dal 22 al 5 per cento per gli assorbenti compostabili, biodegradabili e lavabili. E ora con questa nuova misura“, rivendicano i parlamentari pentastellati. “Una tassa ingiusta e una vera e propria discriminazione fiscale verso le donne. La prossima manovra di bilancio deve raggiungere questo traguardo”, scrive su Twitter la vicepresidente del gruppo M5s alla Camera, Elisa Tripodi.

Una posizione che oggi è stata condivisa anche da Italia viva e Partito democratico. Durante la cabina di regia sul Documento programmatico di bilancio, i renziani hanno chiesto la riduzione dal 22% al 4% dell’Iva sugli assorbenti’. E la misura è stata rilanciata da Iv anche su Facebook, parlando di “una tassa non equa, a carico della metà dell’Italia che è donna”. Anche Antonio Misiani, responsabile Economia e Finanze nella Segreteria del Pd, in un post ha ricordato che in questa manovra ci sarà “la riduzione dell’Iva sui prodotti per l’igiene femminile”.

“Dopo anni di battaglie del Pd dentro le istituzioni e una crescente mobilitazione dell’opinione pubblica, dovrebbe essere arrivato il momento del taglio della tampon tax con l’abbassamento dell’Iva sugli assorbenti nella prossima legge di bilancio”, scrivono in una nota le deputate democratiche. “Le donne italiane – aggiungono – hanno il diritto di non pagare tasse sul proprio corpo, così come d’altro canto accade in moltissimi Paesi europei”.

“Il ciclo non è un lusso. Lo diciamo da tempo e da tempo ci impegniamo perché questa consapevolezza diventi un atto concreto. Speriamo dunque che in occasione della Legge di Bilancio si possa procedere all’abbassamento dell’Iva sui prodotti igienici femminili”, si legge invece nella nota dell’intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità. “Le prime notizie da questo punto di vista ci sembrano positive. Non perdiamo questa occasione preziosa“, conclude il comunicato.

Articolo Precedente

Ancona, no del consiglio comunale all’intitolazione di una strada a Cucchi. Il Pd vota con le destre: “Non ci sono i presupposti”

next