Se il governo cerca risorse per calmierare il costo qualcosa potrebbe attingere dal gettito Iva che incassa sui carburanti. Secondo calcoli ancora approssimativi, solo nel terzo trimestre del 2021 il gettito di questo tributo è salito di circa mezzo miliardo di euro. Vediamo come. L’Iva su benzina e diesel è del 22% e si applica al prezzo industriale del carburante più le accise, una specie di tassa sulle tasse. Le accise sono imposte fisse che incidono per 0,72 euro sulla benzina e 0,61 euro sul gasolio. Quello che varia, e che quindi impatta sul gettito Iva, è il prezzo industriale, strettamente legato agli alti e bassi del petrolio, il cui prezzo è raddoppiato nell’ultimo anno. Tra il secondo e il terzo trimestre del 2021 il costo industriale della benzina è salito da 0,57 a 0,63 euro, quello del diesel da 0,57 a 0,62 euro, una differenza di 6 e 5 centesimi. In annate normali (il 2020 è falsato dal Covid) in Italia si consumano circa 10 miliardi di litri di benzina e 40 miliardi di litri di gasolio.

I dati del periodo gennaio-agosto di quest’anno indicano un consumo di 6 miliardi di litri di benzina e di 24 miliardi di litri di gasolio, valori che lasciano presagire un consumo per l’intero 2021 in linea con quelli del 2019 e, quindi più o meno 9 miliardi di litri di diesel e 2,2 miliardi di litri di benzina ogni trimestre. In base a queste cifre è possibile stimare in circa mezzo miliardo di euro l’incremento degli incassi da Iva sui carburanti nel solo periodo giugno – agosto. 450 milioni dal gasolio e 130 dalla benzina. Se la corsa dei carburanti continua, come lasciano presagire gli ultimi incrementi del prezzo del petrolio, l’aumento degli incassi da Iva su benzina e gasolio accelererebbe nei tre mesi che mancano alla fine dell’anno.

Oggi il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha spiegato di avere allo studio l’eliminazioni dei Sussidi ambientalmente dannosi (Sad) tra cui quelli per i carburanti per l’autotrasporto e i mezzi agricoli: secondo il ministro, “ammontano a circa 19 miliardi, una cifra importante”. ” Dobbiamo dare un segnale chiaro che devono essere eliminati, ma al tempo stesso non danneggiare queste categorie” ha continuato il ministro che ipotizza sgravi fiscali a compensazione.

Il governo ha da poco varato misure da 2,5 miliardi di euro per calmierare il balzo delle tariffe di luce e gas che prevede, tra l’altro, la riduzione del prelievo Iva al 5%. Sinora palazzo Chigi non sembra prendere in considerazione l’ipotesi si una misura simile a quella adottata dalla Spagna: un prelievo sugli extra profitti delle società energetiche. Oggi Enel (che opera anche in Spagna tramite Endesa) ha inviato una lettera alla Commissione Ue , insieme ad altre tre compagnie energetiche europee, per chiedere che la legislazione iberica non venga presa ad esempio da altri Stati.

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