di Giovanni Ceriani

Con questa risibile e ridicola affluenza (anzi, tracollo) elettorale, specie nelle periferie (con voragini da capogiro), possiamo dire che a Roma vince e stravince la Roma pariolina:

– la Roma pariolina della destra sovranista, con Michetti;

– la Roma pariolina della destra liberista, con Calenda;

– la Roma pariolina di sinistra, con Gualtieri (e qui, a scanso di equivoci, ripeto: pariolina-di-sinistra).

Insieme fanno un bell’80% di voti (ovviamente della Roma pariolina) ed è tutto grasso che cola. Ora, che la sinistra-pariolina festeggi, o che i pariolini-di-sinistra festeggino, fa precisamente parte della sua e della loro natura: di pariolini, appunto. Faccia pure, ma non accorgersi del vuoto – di quell’immenso vuoto – è anche la sua condanna: per ora solo morale, in futuro anche politica. E allora non ci saranno più argini alle destre che tengano.

“Finiti i 5stelle non se ne faranno altri”, vien da ammonire. E quindi quei voti, prima strappati dai Cinquestelle alle destre e ora temporaneamente sospesi nel purgatorio dell’astensione, potranno con forza ritornare a destra, stroncando i sogni “de noantri” e facendoci ripiombare tutti all’inferno. È già successo così, e succederà ancora.

A meno che la scelta di “stroncare gli elettori” (dopo aver malmenato i Cinquestelle) non sia un’ipotesi di lavoro all’opera con consapevolezza, perizia e cura. Allora sì, c’è “proprio” da festeggiare. È la solita festa del Conticidio permanente, in altre fogge e dimensioni. Quindi auguri e buone feste… a costoro.

Quanto agli altri, ossia a chi crede e lavora per una sinistra non pariolina, non c’è altra strada che sostenere il “Progetto Conte”, che è un progetto volto a dare voce a chi non ha mai avuto voce, un progetto impegnato a fare gli interessi di chi è sempre stato tradito dagli interessi costituiti, un progetto desideroso di ripristinare il patto sociale su principi di solidarietà, giustizia sociale ed uguaglianza. Dentro questo progetto c’è posto anche per Roberto Gualtieri e per tutta la sinistra-non-pariolina che comunque lo ha votato: anche vedendo in lui proprio un pezzo di eredità del Conte 2.

E ovviamente c’è posto per Virginia Raggi e la comunità romana che l’ha comunque sostenuta con orgoglio, coraggio e capacità di resistere ad attacchi tra i più feroci, continuativi e umilianti che si siano registrati in questi cinque anni. Prendere le distanze da siffatto squadrismo (mediatico e non solo) sarebbe il primo passo per de-pariolinizzare la sinistra, ricordando che di “bestie” in Italia, in questi anni, non ce n’è stata una soltanto.

Quindi, più che gli auguri, qui servono buone riflessioni, un minimo di buona educazione e coraggio nelle scelte: c’è tutto il tempo e ci sono tutte le risorse in campo per rimediare a questo vuoto. Che appunto è un vuoto di popolo, prodotto e sancito dal dominio (ovvero dal “pieno”) delle élite.

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