Televisione

Teresa Mannino a FqMagazine: “La Terra è in pericolo e dobbiamo rompere le scatole alla politica che deve agire subito in Europa”

Il tema ambientale, i rapporti umani, la scuola, il Green Pass, le incoerenze della politica, bellezza e monnezza a Palermo.  L'interprete, autrice e regista si è raccontata a tutto tondo

di Andrea Conti

Teresa Mannino è una della attrici più amate ed è stata incoronata dal Canale Nove come uno dei nuovi volti della stagione televisiva di quest’anno. L’interprete, autrice e regista proporrà i suoi tre spettacoli di successo. Il 10 settembre, in prima assoluta alle 21:25 , al via con “Sento la terra girare”, una tournée sold-out in Italia, è stato bruscamente interrotto alle 15.30 del 23 febbraio con l’esplosione della pandemia che ha cambiato il mondo. Uno spettacolo importante che parla di tematiche ambientali. Venerdì 17 settembre, sempre alle 21:25 sul Nove, uno degli spettacoli più amati della Mannino “Sono nata il Ventitrè”. Infine giovedì 23 sempre alle 21.25 lo spettacolo “Terrybilmente Divagante”, in bilico fra mondi contrapposti: il Nord operoso e il Sud filosofico.

“Sento la terra girare” è stato un titolo profetico anche perché dopo si è bloccata il mondo Cosa ti lega a questo spettacolo?
Quando si parla di salute oggi non possiamo immaginare che quello che stia succedendo non sia legato al nostro stile di vita e all’impianto industriale del mondo. Quello che si dice nello spettacolo è un racconto, uno sguardo sulla vita occidentale poi tragicamente legato a quello che è accaduto dopo. Sì è stato profetico. C’è poi un legame affettivo con questo lavoro perché è stato molto difficile trattare un tema così complesso come quello ambientale in un linguaggio diverso. Alla fine sono rimasta molto soddisfatta anche per la messa in scena.

Il tema fondamentale dello show è che se continuiamo così la Terra ci isolerà, si sta già ribellando. Soluzioni?
Ho studiato molto per questo spettacolo e sicuramente un concetto unisce tutti gli studiosi: il riscaldamento globale è avviato e c’è una grande incognita nel nostro futuro. Però è anche vero che per quanto possiamo migliorare il nostro stile di vita rispettando l’ambiente è altrettanto importante che sia la politica a muovere le pedine a livello globale. Per quanto noi possiamo, nel nostro piccolo, chiudere il rubinetto per non sprecare acqua quando ci laviamo i denti oppure raccogliere correttamente la plastica è la politica con i suoi giganteschi interessi a poter far qualcosa in Europa e onestamente vedo che non si sta facendo molto. Qui parliamo di un grande problema globale. L’uomo è sicuramente colpevole di quello che sta accadendo ma dipende proprio dall’uomo la volontà di reagire e rompere molto le scatole alla politica.

Hai deciso di tornare in Sicilia per il lockdown dopo averne vissuto 25 a Milano. Come hai ritrovato Palermo?
C’è tanta bellezza e non solo la monnezza perché uscendo da casa si può ammirare il mare e tutte le cose belle che sono state costruite negli anni. La Sicilia poi è ricca di diversità culturali ed è molto stimolante.

Però si è molto parlato questa estate di rifiuti e a Palermo della bare non sepolte lasciate all’aria aperta con oltre 40 gradi…
Dobbiamo guardare oltre e non possiamo fermarci a quello che abbiamo davanti agli occhi. Si parla della monnezza del centro storico di Palermo, che c’è ed esiste, così come dei capannoni pieni di monnezza che bruciano a Milano, città con l’aria più irrespirabile d’Europa. Io ho avuto l’asma e sono dovuta andare via da Milano. C’è un problema di fondo che va al di là delle foto che condividiamo sui social. Torno a dire che è la politica che deve muoversi nella giusta direzione.

Nei tuoi monologhi racconti spesso del rapporto che lega gli uomini alle donne. Oggi i rapporti sono peggiorati?
Sono molto più minati di un tempo e tutto quello che è socialità è messo in discussione. L’uomo è un animale sociale ma abbiamo anche visto che nell’ultimo periodo, specie nel lockdown, i bambini anziché andare a scuola davanti allo schermo, gli adulti invece tra podcast e Instagram. Cosa c’è di umano in tutto questo? Allora bisogna, in qualche modo, reagire alla pandemia. È evidente che questo periodo ha messo in evidenza l’esigenza di tornare al contatto umano. Del resto anche noi siamo rimasti legati ai ricordi di scuola, alla non voglia di studiare, di litigare coi compagni ma anche l’innamoramento. In generale dico che è molto importante cercare di essere più gentili con gli altri.

Un cambiamento così è difficile?
No, è più facile ed è solo questione di volontà. Da Milano ho imparato che le cose si possono fare e si può cambiare. Mi riferisco alla ‘milanesità’ di Gino Strada ossia che nel nostro piccolo possiamo cambiare il mondo e combattere. Strada non è riuscito a fermare le guerre ma molte cose le ha cambiate e ne ha fatte tante.

Il tuo primo provino è stato a “Zelig” che tornerà su Canale 5 con tre puntate per festeggiare i 35 anni con Claudio Bisio e Vanessa Incontrada. Ci sarai?
Ci sarò sicuramente e sono stata invitata ufficialmente e con molto amore. Io con riconoscimento, divertimento e furore ho detto di sì. Mi sono formata e sono cresciuta a ‘Zelig’.

Dal 1998 al 2000 hai studiato alla scuola europea di recitazione del Teatro Carcano di Milano. Cosa ricordi di quelle prime esperienze?
Lì avevo proprio voglia di stare con gli altri, avrei anche potuto fare un’altra cosa come la volontaria per Emergency o andare in una scuola e insegnare con i ragazzi. Ma quell’esperienza è stata importante proprio per il concetto di condivisione.

Chiudiamo con il teatro. Si parla di capienze piene con il Green Pass. Può essere una soluzione per la ripartenza?
Inutile negare che esistano delle incoerenze. Sicuramente è difficile gestire questa situazione e io non sarei stata in grado di gestirla meglio di chi la sta già gestendo. Non so se il green pass è la via giusta: ha validità 12 mesi e non sappiamo con certezza quanto gli anticorpi resistano per un lungo termine. Esistano anche i vaccinati asintomatici. Al netto di questo ci sono incoerenze, come dicevo. Mi hanno chiamata per fare uno spettacolo per una azienda in una località di mare. C’era un ristorante interno con gli ospiti dell’hotel, parliamo di 400 persone che non necessariamente dovevano avere il green pass. Poi però, sempre secondo la legge, non posso fare uno spettacolo a teatro a meno che non ci siano persone sedute distanziate e con mascherina. Cosa significa tutto questo?

Cosa?
Bisogna capire l’obbiettivo qual è. “I migliori dovrebbero fare politica” diceva Platone. Non mi sembra ci siano.

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