Il 25enne che dopo essere stato rimbalzato in più occasioni ha dovuto rivolgersi a un avvocato. L’insegnante che rischia di rimanere senza stipendio da fine mese. Lo studente di Medicina a un passo dall’essere escluso dalle lezioni e il cui lavoro per mantenersi durante gli studi salterà in caso di estensione del certificato verde. Sono solo alcune delle decine e decine di segnalazioni arrivate agli indirizzi della nostra redazione da parte di cittadini che, piombati in un limbo burocratico, si ritrovano “prigionieri” delle regole del Green Pass. Hanno quasi tutti un minimo comun denominatore: si tratta per lo più di guariti che hanno ricevuto solo una dose, prima o dopo aver contratto il virus. Il loro certificato riporta erroneamente la dicitura “1 dose di 2” e quindi è scaduto o in scadenza. Eppure il loro ciclo vaccinale, stando alle regole stabilite dalle autorità sanitarie e dal governo, è completo. Così, ad oggi, sono costretti a rinunciare a palestra, cene, viaggi su aerei e treni a lunghezza percorrenza, nonostante siano perfettamente in regola.

Molti, come gli insegnanti, si dicono “disperati” perché tra qualche giorno saranno costretti a dover ricorrere ai tamponi ogni 48 ore, a loro spese, per continuare a svolgere il loro lavoro. Vane le richieste di aiuto a medici di base, Asl, Regioni competenti, numeri verdi: nessuno riesce a sbrogliare la matassa e riportare la loro situazione nell’alveo della normalità. Hanno così deciso di chiedere aiuto a Ilfattoquotidiano.it – ed altre decine di redazioni, locali e nazionali – chiedendo aiuto affinché l’impasse nella quale si sono loro malgrado ritrovati trovi finalmente una soluzione. Il ministero della Salute, contattato dalla nostra redazione per comprendere se fosse a conoscenza del problema e, nel caso, quale fosse il piano per risolverlo, non ha mai risposto. Ecco alcune delle storie più significative e documentate che abbiamo ricevuto all’indirizzo redazioneweb@ilfattoquotidiano.it. Tutte le mail sono firmate, ma abbiamo scelto di abbreviare il cognome per tutelare la privacy di chi ci ha scritto. Continuate a scriverci per raccontare le vostre storie.

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Saluti a chi avrà la pazienza di leggere. Questa mail è una di quelle che un cittadino non vorrebbe mai arrivare a scrivere, ma tant’è oggi 06/09/2021 in Italia bisogna ancora arrivare a questo. Il governo (giustamente) obbliga ad utilizzare il Green Pass ma non è in grado di gestire le problematiche che inevitabilmente nascono quando si tratta di milioni di persone coinvolte ( e ve lo potevate aspettare, no?!?). Nel mio caso siamo quattro ad avere avuto il Covid, fatto la quarantena, fatto la dose di vaccino a inizio luglio e ricevuto un green pass erroneamente 1/2 (valido fino alla seconda dose per noi non prevista in quanto guariti Covid) e non 1/1… che poi è tristemente scaduto. Oltre al danno la beffa. Il problema è banale, diffuso e potrebbe essere risolto centralmente con un po’ di buona volontà visto che è noto da mesi, ma invece devono essere i cittadini a girare come trottole tra hub vaccinale, Asl, medici di base. I siti istituzionali e i numeri verdi sono pressoché irraggiungibili: nessuna risposta alle mail inviate a cittadini@dgc.gov.it; al numero verde 800 91 24 91 risponde un messaggio registrato: “Gentile cliente, le linee sono occupate riprovi più tardi”. Gentile cliente?!?!?! Al num verde 1500 dopo vari tentativi rispondono e fanno una segnalazione alla Regione (credo), ma non intervengono né danno spiegazioni. Tra l’altro lavorano un nominativo per volta e dato che noi siamo in quattro, pur essendo dello stesso nucleo familiare, devo fare tutte le volte quattro telefonate. E già questo la dice lunga sull’efficienza del sistema.
Angelo B.

Sono una guarita da Covid-19 a gennaio 2021 e ho fatto la mia unica dose il 21 luglio 2021. Ad oggi non ho Green pass in quanto il mio unico Green pass (in allegato) è scaduto perché riportava la dicitura 1/2. Ho chiamato Regione Lazio, hub vaccinale, medico di base e nessuno ha potuto fare nulla. Mi è stato detto dal medico di base che sono in un buco nero e al 1500 non stanno facendo altro che aprire segnalazioni, da giovedì scorso. Mi hanno anche più volte rimandato al numero 800912491 che purtroppo sembra non essere attivo. Intanto ho già dovuto pagare per avere la mia libertà, e cioè partecipare ad eventi, cosa che reputo oltremodo scorretta, essendo in regola con tutte le normative. Chi mi risarcirà i danni economici e morali? Sono esclusa da eventi, non posso mangiare alla mensa aziendale. E non so nemmeno a chi rivolgermi per un disguido di cui nessuno si vuole prendere la responsabilità.
Martina T. da Roma

Sono un’insegnante e come tale sono stata tra le prime persone a vaccinarmi (11 marzo 2021, prima dose AstraZeneca, seconda dose prenotata per il 28.5.21). Due settimane dopo sono risultata positiva al Covid e ricoverata in ospedale per polmonite interstiziale bilaterale. Il 28 maggio il medico del centro vaccinale dell’Asl di via La Spezia a Roma mi comunicava che, in base a quanto stabilito dall’Oms e ribadito dall’ Aifa, chi aveva contratto il Covid dopo la prima dose di vaccino non doveva fare la seconda e che di conseguenza il mio ciclo vaccinale era da considerarsi concluso. Per un disguido tecnico solo il 2 agosto ho ricevuto il Green pass, scoprendo, con mia grande sorpresa, che questo mi veniva rilasciato solo per guarigione, con validità 6 mesi a partire dal tampone positivo e con scadenza il prossimo 21 settembre. Essendo un’insegnante e avendo l’obbligo del Green pass, ho iniziato a inviare mail e a contattare Asl, Regione Lazio, Ministero della Salute, medico di base, sindacato per sapere cosa fare dopo il 21 settembre, ma nessuno, finora, ha saputo darmi delle risposte in merito perché c’è un vuoto normativo. A causa di un problema burocratico quindi, l’unico modo per poter svolgere il mio lavoro dopo il 21 settembre, sarà quello di sottopormi a tampone, a mie spese, ogni 48 ore (ma fino a quando non si sa), pena la sospensione dal servizio, con perdita dello stipendio. Ritengo tutto questo inaccettabile. Dopo 38 anni di servizio nella scuola pubblica mi sento profondamente umiliata all’idea di essere “buttata fuori” ingiustamente. Io ho fatto il mio dovere di cittadina responsabile, mi sono vaccinata e attenuta alle disposizioni sanitarie. Qual è stata la mia colpa? Essermi ammalata dopo la prima dose e non viceversa? Mi sento presa in giro e totalmente impotente. Sui giornali molti articoli raccontano i problemi legati al green pass scaduto o in scadenza, ma quello che non viene mai evidenziato negli organi di stampa è che, a differenza di altre categorie di lavoratori, che subiscono gravi privazioni nella sfera privata (no viaggi in treno, in aereo, no cinema, teatro, palestra ecc.) a noi insegnati viene anche negata la possibilità di lavorare. Ritengo che qualcuno debba intervenire tempestivamente per risolvere questa situazione incresciosa, assurda, kafkiana che mi sta logorando fisicamente e psicologicamente. In assenza di novità il 22 settembre sarà privata, senza mia colpa, del lavoro e dello stipendio.
Roberta G. da Roma

Sono un ragazzo di 25 anni, studente di Medicina, vi contatto per segnalare una situazione che sta diventando pesante. So che non sono l’unica persona che si trova bloccato in questo ennesimo intoppo burocratico all’italiana. Devo ancora ricevere il mio Green pass nonostante io abbia completato il ciclo vaccinale da 6 mesi (guarigione a novembre 2020 e una dose Pfizer a marzo 2021), numerose segnalazioni al 1500 e al sito dell’ULSS9 non sono servite ancora a nulla. In questa condizione non potrei frequentare l’università, sostenere esami in presenza, partecipare ai tirocini e studiare in biblioteca, per evitarmi un tampone ogni 48h il rettorato mi ha rilasciato un certificato che mi permette ugualmente di accedervi; inoltre non posso fare tutte le attività che facevo prima, nonostante io abbia il diritto di farle, come frequentare una palestra o l’interno dei locali. Inoltre se da ottobre anche i dipendenti della ristorazione dovranno essere in possesso della certificazione verde io dovrò abbandonare anche il mio lavoro da barista/cameriere nel week end che mi permette di mantenere parte dei studi. Un errore informatico che tradotto in un paradosso burocratico sta creando numerosi disagi a me a tutti quelli nella mia situazione. Segnalo per eventualmente aggiungermi ad altre segnalazioni simili alle mie, sperando che la questione non passi inosservata al fine di sollecitare il ministero a sciogliere questo nodo. Vi ringrazio molto per l’attenzione.
Marco L.

Sono disperato e sono alla ricerca di attenzione mediatica per la situazione in cui mi trovo dal 07/08 e per cui nessuno sembra avere soluzione. Mi chiamo Alessandro I., abito a Robbio (PV). A Novembre 2020 io e la mia famiglia abbiamo contratto il virus (primo tampone positivo in data 24.10 e tampone negativo in data 24.11). Proprio in data 07/08 mi avrebbero dovuto somministrare la seconda dose di vaccino (richiamo della prima dose somministrata in data 28/06). Uso il condizionale perché, una volta raggiunto il centro vaccinale presso la clinica Beato Matteo di Vigevano (PV), ho scoperto che la seconda dose era annullata nel rispetto delle nuove normative che prevedono la dose unica per i guariti da Covid entro un anno. Da qui l’inizio della mia odissea perché non sono in possesso di Green Pass valido e nessuno sembra poter sbloccare la situazione. Il documento “provvisorio” ricevuto in seguito alla prima dose non è più valido in quanto è indicata ancora la somministrazione di 1 dose su 2 prevista e non c’è modo di ricevere quello corretto con indicata 1 dose su 1. Ho cercato di contattare le autorità locali e regionali, oltre che statali, ma è un continuo rimbalzo di responsabilità. Segnalano apertura di segnalazioni, ma il documento aggiornato non mi arriva mai. Mi è stato per esempio, giustamente, impedito di accedere alla palestra presso cui ho un regolare abbonamento e devo cercare di evitare i luoghi in cui è richiesta l’esibizione di Green Pass pur essendo “in regola”. Il 16.08, dal momento che lavoro da poco e non ho la possibilità di assentarmi molto, mia madre si è recata, su indicazione di Regione Lombardia, presso il centro vaccinale di Vigevano per verificare su portale la situazione, ma le é stato comunicato che mi sarei dovuto presentare io personalmente per firmare gli eventuali documenti. Il 19.08 ho perso 3 ore di lavoro per ricevere un documento su cui viene dichiarato il falso: ovvero che io sono esente da vaccinazione quando io sono esente da seconda dose per aver contratto il virus. Quel documento non ha alcun valore, esattamente come quanto già in mio possesso. Aggiungo, che non ho firmato nulla per cui avrei potuto tranquillamente evitare ore di permesso. La persona che mi ha ricevuto mi ha detto che loro non possono fare nulla e la colpa è di Ats. I miei genitori hanno quindi ricontattato Ats che li ha invitati a ripresentarsi e contattarli telefonicamente davanti al personale del centro (come se non potessero interfacciarsi direttamente con loro). Quello stesso pomeriggio Ats mi ha poi inviato una mail indicandomi che Regione Lombardia aveva chiuso la mia segnalazione, invitandomi a scaricare il nuovo documento che, in realtà, era uguale a quello vecchio. (Piccolo appunto, a mio parere degno di nota: mi hanno allegato anche un file Excel su cui veniva segnalata la chiusura della segnalazione, su cui peró sono presenti i dati personali di altre persone e lo trovo un fatto gravissimo). Si tratta di un vero e proprio disagio personale che si ripercuote sulle mie attività e su quelle delle persone che mi stanno intorno. Inutile battersi nelle campagne vaccinali se poi, anche chi aderisce, si trova, suo malgrado, a convivere con situazioni spiacevoli come quella che sto vivendo io. Mi sono rivolto a tutti i numeri ed indirizzi esistenti e ho cercato un po’ di attenzione mediatica contattando la stampa locale che si è dedicata scrupolosamente al caso. Ma senza alcun miglioramento della situazione. Mi sono rivolto anche ad un legale che sta cercando di comunicare, attraverso i contatti ufficiali, con gli organi istituzionali, ma senza aver ancora ricevuto riscontro. È passato un mese e nessuno si assume le proprie responsabilità. Mi sento davvero preso in giro.
Alessandro I. da Robbio (Pv)

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Chi si ammala di Covid dopo la prima dose di vaccino deve fare la seconda? I chiarimenti del ministero della Salute in una circolare

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