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Lecce, aggressione omofoba in un locale Lgbt. Fra i denunciati un poliziotto penitenziario. La vittima: “Hanno gridato ‘Siamo fascisti'”

Tre le persone individuate, devono rispondere di concorso in percosse aggravate da futili motivi e da finalità discriminatorie. Uno fra loro anche di apologia del fascismo
Lecce, aggressione omofoba in un locale Lgbt. Fra i denunciati un poliziotto penitenziario. La vittima: “Hanno gridato ‘Siamo fascisti'”
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Sono tre uomini: un imprenditore di 58 anni di Leverano, un poliziotto penitenziario di 49 anni in servizio a Parma e un 69enne di Carmiano. La Digos li ha individuati e denunciati per l’aggressione a sfondo omofobo avvenuta nella notte fra il 24 e il 25 agosto. Vittima Antonio Paladini, un 42enne titolare del bar Lgbt “Barattolo A sud” di Leverano, nel Leccese. Lui stesso aveva parlato dell’accaduto su Facebook: secondo il suo racconto i tre lo hanno circondato e poi buttato a su un tavolo a forza di spintoni. Il personale della pizzeria vicina è intervenuto dopo aver sentito le grida d’aiuto e gli aggressori sono scappati.

Per i tre l’accusa è concorso in percosse aggravate da futili motivi e da finalità discriminatorie. Il 69enne deve rispondere anche di apologia del fascismo. La vittima ha infatti riferito che quest’ultimo, in seguito alla richiesta di lasciare il locale, ha risposto urlando: “Siamo fascisti”.

“Si tratta di un fatto molto grave che ha scosso la nostra comunità. L’aggressione verbale e fisica, le parole omofobe, la fede fascista dichiarata da questi personaggi, la vigliaccheria manifestata aggredendo in tre una persona, descrivono un quadro distante dalla realtà del mio paese”, ha detto il sindaco di Leverano Marcello Rolli dopo aver appreso dell’aggressione. “Manifesto, a nome di tutta l’amministrazione comunale, la totale solidarietà al titolare del locale – ha aggiunto Rolli – ricordando che il nostro impegno per costruire una comunità aperta e inclusiva non sarà sporcato da persone vili”.

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