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Operaia morta a Camposanto, iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo il legale rappresentante dell’azienda

Laila El Harim ha perso la vita rimanendo schiacciata da una fustellatrice mentre lavorava all'azienda Bombonette nel Modenese. "Il doppio blocco era azionabile solo manualmente", si legge nella nota. In corso le indagini riguardo alla conformità dello strumento
Operaia morta a Camposanto, iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo il legale rappresentante dell’azienda
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C’è un indagato per la morte di Laila El Harim, l’operaia 40enne, madre di una bimba di quattro anni, morta ieri mattina mentre era al lavoro, inghiottita da un macchinario in un’azienda di imballaggi nel Modenese. A quanto appreso, la procura di Modena avrebbe iscritto nel registro degli indagati il legale rappresentante dell’azienda, la Bombonette di Camposanto.

Il fascicolo aperto è per omicidio colposo e l’iscrizione al momento sarebbe da considerarsi come atto dovuto per chiarire come siano andate le cose martedì mattina, quando Laila è stata trascinata e schiacciata da una fustellatrice, un grosso strumento che serve per sagomare, e quindi tagliare con precisione, diversi tipi di materiale.

Sul corpo di Laila sarà anche eseguita l’autopsia, disposta dalla procura modenese per completare il quadro di accertamenti su quanto avvenuto. Sotto sequestro il macchinario nel quale l’operaia, secondo una prima ricostruzione, sarebbe rimasta con ogni probabilità incastrata senza trovare scampo.

Secondo una prima relazione che l’Ispettorato nazionale del Lavoro ha inviato al ministro Andrea Orlando, il macchinario era infatti provvisto di un doppio blocco di funzionamento meccanico, “ma purtroppo – si legge – azionabile, da parte dell’operatrice, soltanto manualmente e non automaticamente. Ciò ha consentito un’operazione non sicura che ha cagionato la morte per schiacciamento”.

Durante l’infortunio, quindi, la donna sarebbe rimasta schiacciata dal macchinario durante “l’operazione non sicura”, senza poter fare nulla.

La donna, di origini marocchine e residente in Italia da vent’anni con una figlia e il compagno, “era stata assunta con contratto a tempo pieno e indeterminato – continua la nota – e aveva iniziato il proprio turno di lavoro alle 5:50”. Riguardo alla dinamica dell’infortunio, e alla conformità del macchinario secondo i principi della massima sicurezza tecnicamente possibile, sono in corso specifiche indagini da parte degli ispettori UPG della USL di Modena. Intanto, il direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, Bruno Giordano e il ministro Orlando rimangono in costante aggiornamento sugli sviluppi degli accertamenti, anche per definire, una volta stabilita l’esatta dinamica del’accaduto e le relative responsabilità, le azioni da intraprendere.

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