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La “confessione” di Donnarumma: “Non avevo capito che avevamo vinto, per questo non ho esultato dopo il rigore parato a Saka”

Ha effettuato la parata della vittoria, neutralizzando il rigore dell'inglese Saka, ma il portiere italiano è rimasto serio e concentrato fino all'abbraccio dei compagni. Poi ai microfoni di Sky Sport ha ammesso di aver perso il conto dei penalty
La “confessione” di Donnarumma: “Non avevo capito che avevamo vinto, per questo non ho esultato dopo il rigore parato a Saka”
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Ha effettuato la parata della vittoria, neutralizzando il rigore dell’inglese Saka. E mentre i suoi compagni correvano esultanti ad abbracciarlo, lui ha lasciato la porta serio e concentrato, sciogliendosi solo dopo l’abbraccio collettivo. Dopo ore in cui si sono susseguite teorie sul perché Gianluigi Donnarumma non abbia esultato immediatamente, la risposta è finalmente arrivata dalla bocca dello stesso portiere campione d’Europa e premiato come miglior giocatore della rassegna continentale vinta dall’Italia.

La “confessione” di Donnarumma era in realtà arrivata già a caldo, ai microfoni di Sky Sport: “Non avevo capito che avevamo vinto”, dice con un sorriso il numero 21 della nazionale italiana, rispondendo alla domanda su cui in molti si stavano interrogando. L’ex portiere del Milan si aspettava un ultimo rigore da calciare per il team azzurro, per cui si era limitato a scrutare l’arbitro per capire se la parata fosse valida: “Adesso con la Var guardano sempre i piedi, guardavo per capire se era tutto ok”.

Così si è ritrovato confuso e sorpreso quando è stato travolto dai compagni, che lo abbracciavano per festeggiare con lui il trionfo europeo: “Mi sono girato, ho visto i miei compagni che venivano verso di me e da lì è partito tutto, non ho capito più niente”. La sua prodezza ha consegnato alla Nazionale italiana il titolo di campioni d’Europa, ma Donnarumma ha voluto chiudere ricordando che la vittoria è frutto dell’impegno di tutti i giocatori italiani: “È stato un Europeo straordinario grazie anche ai miei compagni, siamo veramente una famiglia”.

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