La proposta di mediazione sul ddl Zan proposta dalla Lega per mettere d’accordo tutte le forze politiche? Fare a pezzi il ddl Zan. Il tentativo di sintesi del relatore del Carroccio Andrea Ostellari, come anticipato e come purtroppo già ampiamente annunciato dalle forze politiche, non si limita a presunti compromessi, ma vuole intervenire per smantellare il senso della legge. Una linea che, se prima era limitata al centrodestra, ora trova l’accordo anche di Italia viva e rischia quindi di uscire vincitrice. Intnto però l’aula di palazzo Madama nel pomeriggio di martedì ha approvato la calendarizzazione del testo già approvato dalla Camera al 13 luglio, nonostante l’opposizione del centrodestra.

La proposta Ostellari: via tutti i riferimenti all’identità di genere – La sintesi del Carroccio è stata presentata durante l’incontro dei capigruppo in commissione Giustizia delle 11 e la mediazione risparmia poco o niente del testo originario. E proprio perché la proposta rimane irricevibile per i promotori del testo, non si sblocca la situazione di stallo al tavolo del ddl. È stato infatti il presidente della commissione Andrea Ostellari, relatore “autoproclamato” del testo, a illustrare il pacchetto di modifiche al provvedimento: la principale consiste nel soprrimere dal testo, “ovunque ricorrano, le parole “identità di genere””.

Art. 1: spariscono le definizioni, dentro una dichiarazione di principio – La proposta Ostellari riscrive il provvedimento approvato dalla Camera intervenendo sugli articoli 1, 2, 3, 4 e 7. Nel testo di Zan, il primo articolo contiene quattro definizioni: “Ai fini della presente legge: a) per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico; b) per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; c) per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; d) per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”. La proposta Ostellari, invece, stravolge l’articolo così: “La presente legge ha la finalità, in attuazione dell’articolo 3 della Costituzione, di offrire la più ampia tutela contro ogni forma di discriminazione fondata sul sesso, genere e orientamento sessuale, quali espressioni di diritti inviolabili di ciascun individuo, nonché contro ogni forma di discriminazione fondata sulla disabilità“.

Art. 2 e 3: sparisce l’identità di genere dalle modifiche alla legge Mancino – Il testo approvato dalla Camera interviene su due articoli del codice penale per ampliare le fattispecie punite dalla cosiddetta legge Mancino, inserendo – agli articoli 2 e 3 – accanto alle discriminazioni per razza, etnia e religione anche quelle “per sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità”. Prevede poi una serie di azioni per prevenirle. La proposta di Ostellari, invece, all’articolo 2 prevede: “All’articolo 604-bis del codice penale sono apportate le seguenti modificazioni: a) al primo comma, lettera a), sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sulla disabilità“, eliminando quindi il riferimento all’identità di genere.

Art. 4: la clausola salva-idee (anche se violente) – Il testo del presidente della commissione Giustizia modifica poi l’articolo 4 del ddl Zan, la cosiddetta “clausola salva-idee”, che recita: “Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti“. Il testo Ostellari, invece, prevede di “sopprimere le parole “purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti””.

Art.7, comma 1: la “Giornata contro ogni discriminazione” – Modificato anche il primo comma dell’articolo 7. Se infatti il ddl Zan recita: “La Repubblica riconosce il giorno 17 maggio quale Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione”, nel testo Ostellari il 17 maggio diventa più sinteticamente la “Giornata nazionale contro ogni discriminazione“.

Art. 7, comma 3: iniziative sì, ma a costo zero – Le modifiche riguardano pure il terzo comma. “In occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia sono organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile per la realizzazione delle finalità di cui al comma 1. Le scuole nonché le altre amministrazioni pubbliche provvedono alle attività di cui al precedente periodo compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente e,comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”, recita lo Zan. “In occasione della Giornata nazionale contro la discriminazione, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione, possono essere intraprese – prevede il testo Ostellari – iniziative volte a contrastare le discriminazioni e le violenze motivate dal sesso, dal genere, dall’orientamento sessuale o dalla disabilità, compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica“.

Faraone (Iv): “Dalla Lega grandi passi avanti, Pd-M5s li valorizzino” – Le proposte sono state ritenute però del tutto inadeguate da Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Leu. Ma non da Italia Viva, che anzi, con il capogruppo al Senato Davide Faraone, dice di aver “apprezzato i grandi passi avanti, sia nel merito che nel metodo, fatti dal presidente Ostellari con il testo che ci ha proposto questa mattina. Abbiamo chiesto a Pd e M5s di fare altrettanto, di verificare possibili soluzioni comuni per salvare la legge. Registriamo il fatto che c’è una spinta di M5s e Pd di andare avanti speditamente prescindendo dalla proposta Ostellari. Ci hanno chiesto di votare il calendario e siccome abbiamo fatto un accordo votiamo il calendario per andare in aula il 13 ma Pd e M5S fanno un errore a non valorizzare il grande segnale arrivato da Ostellari. Il suo testo è vicino ad essere buono per un’intesa. Lo scontro frontale è un grande errore e chi lo porta avanti se ne assume l’esclusiva responsabilità“, conclude il senatore renziano.

Unterberger (Autonomie): “Bene Ostellari, ma mi adeguo alla coalizione” – Apprezzamenti anche dalla senatrice di Merano Julia Unterberger, presidente del gruppo Per le Autonomie, che conta 4 senatori di Svp e Union Valdotaine oltre a Gianclaudio Bressa, Pierferdinando Casini e i senatori a vita Elena Cattaneo e Giorgio Napolitano (che non frequenta l’Aula da molto tempo): “Bel passo in avanti con la proposta Ostellari, mi pare che ora accettano la legge Zan, accettano il termine “genere”, unico punto di scontro resta l’identità di genere, ma penso che a questo punto si possa cercare un compromesso“, dice. “La destra fa un grande passo, Ostellari fa una proposta da non scartare. Non c’è l’identità di genere, è vero, ma è assurdo impuntarsi su una parola. Io penso che vada cercato un compromesso, senza forzature, per le persone da tutelare è meglio trovare un accordo, anche se non perfetto: altrimenti continuiamo a fare questa guerra mettendo in pericolo le persone che vogliamo tutelare. Cercherei di evitare forzature”, spiega, precisando che in ogni caso si adeguerà “a quanto deciderà lo schieramento a favore del ddl Zan”.

Scalfarotto: “Cogliere questa opportunità storica” – Nel testo di Ostellari “manca del tutto una copertura per le persone trans, ed è veramente un enorme problema, ma per la prima volta la Lega parla di allargare la legge Mancino almeno ai reati fondati sull’orientamento sessuale. È certamente una novità sostanziale che non può essere ignorata. Ora abbiamo dinanzi due strade: o andare in aula incrociando le dita, come ha detto Zan, o lavorare a un accordo per portare a casa la legge“. Così a RaiNews24 il deputato di Iv e sottosegretario agli Interni Ivan Scalfarotto, primo firmatario di un altro ddl contro l’omotransfobia riproposto negli ultimi giorni dal suo partito come soluzione di compromesso. “Il mio timore è chiudere un’altra legislatura senza che ci sia una legge contro l’omotransfobia”, ha detto. “Confido che il Pd colga questa opportunità storica, il testo Zan è certamente un ottimo testo, ma senza avere una maggioranza solida in aula si rischia di non approvarlo mai. È assolutamente necessario trovare una formula che copra i reati che colpiscono tutta intera la comunità Lgbt+ che aspetta, da troppo tempo, una norma che la tuteli”.

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Il ddl Zan va al Senato il 13 luglio: non passano le mozioni contrarie del centrodestra in Aula. Letta esulta: “I voti ci sono, ora approviamolo”

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