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Morte David Rossi, il procuratore di Siena: “Su alcune ferite trovate sul cadavere non abbiamo accertamenti. Non sono stati fatti esami”

L'audizione di Salvatore Vitello davanti alla commissione d'inchiesta l’ex responsabile della comunicazione di Banca Monte dei paschi di Siena: "Il dato che emerge per quello che rileva sul piano probatorio è il seguente: dai sopralluoghi vi è la totale assenza di indizi violenti che si sarebbero trovati se Rossi avesse dovuto difendersi da una aggressione, se avesse ingaggiato una lotta, se fosse scappato da qualcosa, trascinato con forza, non vi è nessun dato che lo rileva"
Morte David Rossi, il procuratore di Siena: “Su alcune ferite trovate sul cadavere non abbiamo accertamenti. Non sono stati fatti esami”
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Non furono mai svolti esami su alcune delle ferite trovate sul cadavere di David Rossi, l’ex responsabile della comunicazione di Banca Monte dei paschi di Siena, venne trovato morto il 6 marzo 2013 dopo una caduta da una finestra di Rocca Salimbeni, sede dell’istituto di credito. “Non abbiamo accertamenti scientifici che in qualche modo ci diano certezze, perché non sono stati fatti quando dovevano essere fatti”, ha detto il procuratore di Siena Salvatore Vitello, audito dalla commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Rossi. Vitello si riferisce alle ferite alle lesioni alle braccia e alle ginocchia, che non furono esaminate in sede di autopsia e pertanto, dopo la riapertura delle indagini, la seconda perizia ha “cercato di spiegarle con le evidenze che erano emerse nel corso dei sopralluoghi”.

In base alle nuove indagini, anche queste poi archiviate dal gip, il procuratore Vitello ha spiegato in buona sostanza che le ferite, che non è stato possibile datare a causa di esami non effettuati in sede di autopsia, siano però compatibili con escoriazioni che Rossi si sarebbe provocato sfregando mentre si posizionava sul davanzale esterno della finestra da cui poi sarebbe precipitato. Secondo Vitello dopo l’accoglimento dell’istanza di riapertura delle indagini, nel novembre 2015, fu dato seguito “a tutte le sollecitazioni investigative suggerite dalla famiglia”. Il procuratore ha poi negati di avere elementi per ipotizzare un’aggressione di Rossi, prima della caduta dalla finestra: “Si possono fare tante ipotesi – ha detto – ma il dato che emerge per quello che rileva sul piano probatorio è il seguente: dai sopralluoghi vi è la totale assenza di indizi violenti che si sarebbero trovati se Rossi avesse dovuto difendersi da una aggressione, se avesse ingaggiato una lotta, se fosse scappato da qualcosa, trascinato con forza, non vi è nessun dato che lo rileva”.

Vitello ha spiegato che “da accertamenti non risultano evidenze di presenze terze nella stanza di Rossi”, nel suo ufficio a Rocca Salimbeni. “Rossi – ha aggiunto – è caduto dal suo ufficio con la parte anteriore del corpo rivolta verso il muro, e questa caduta è collegata al fatto che lui con le braccia si è posizionato sulla finestra dove c’è la sbarra di ferro e si è lasciato andare, è caduto in verticale, in modo speculare alla parete”.

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