Tra un turismo bloccato e poi rilanciato a singhiozzo, lo smart working che ha tenuto (e in parte continua a tenere) le persone lontane dagli uffici, e gli spostamenti urbani ed extra-urbani fino a qualche settimana fa ancora soggetti a limitazioni, il 2020 si conferma un anno di forte crisi per la mobilità, e a risentirne è stato gran parte del settore legato ai servizi.

A segnalarlo è l’associazione di categoria ANIASA che ha presentato la 20esima edizione del rapporto sullo stato di salute della mobilità. Il colpo più duro è stato inferto, dagli sconvolgimenti della pandemia, al noleggio a breve termine e al car sharing: il primo è passato dalle 520 mila immatricolazioni del 2019 alle 355 mila del 2020 (-32%), mentre il calo del secondo si è rispecchiato nella diminuzione del 27% della flotta a disposizione e nel numero di noleggi, passati da 13 milioni del 2019 a 6 milioni dell’anno seguente.

Sul noleggio a breve termine ha pesato sicuramente l’assenza del turismo internazionale e quindi un conseguente minor traffico aeroportuale, che ha portato il comparto a registrare una perdita nel fatturato del 52% e un numero di noleggi calati del 60%: secondo gli operatori del settore non si tornerà ai numeri pre-Covid prima del 2023.

Il noleggio a lungo termine, invece, sembra seguire un andamento ancora stabile dovuto principalmente alla natura dei contratti, di tipo pluriennale, che ne sono alla base, registrando una tendenza alla proroga degli stessi ma anche una riduzione del 25% nelle immatricolazioni.

Poco è cambiato nel primo trimestre del 2021: rispetto al 2019, infatti, il breve termine ha segnato ancora un -60% dei noleggi e -67% delle immatricolazioni. Meglio anche in questo caso per il lungo termine, con un giro d’affari cresciuto rispetto al 2019 e una flotta salita del 7%. Quanto ai veicoli in sharing, invece, i noleggi sono dimezzati rispetto al periodo pre-Covid.

Nonostante tutto, comunque, l’auto si conferma ancora come il mezzo preferito per gli spostamenti, tanto che la caduta delle limitazioni ai viaggi tra regioni ha già riportato la circolazione degli italiani ai ritmi di prima del lockdown. Continua a scendere, invece, l’utilizzo dei mezzi pubblici e a salire quello delle biciclette (solo nel 2020 ne sono state vendute 2 milioni, ma per il 69% dei casi ancora relegate all’uso nel tempo libero) e dei monopattini (125 mila unità vendute nei primi 7 mesi dello scorso anno).

Articolo Precedente

I Bitcoin e l’altalena di Elon Musk. Tesla tornerà a vendere auto in cambio di criptovaluta?

next
Articolo Successivo

Dieselgate, arriva la sentenza. Volkswagen risarcirà 63 mila clienti italiani

next