Svizzera, Galles e Turchia. Sono le tre avversarie dell’Italia in questo Europeo 2020. La prima occasione azzurra per ritrovare una dimensione internazionale di rilievo dopo il fallimento Mondiale del 2018. Le premesse sono buone. Il girone è abbordabile ma soprattutto il regolamento permette alle quattro migliori terze di qualificarsi agli ottavi di finale. Un aspetto, quest’ultimo, non da trascurare. L’Italia parte come la favorita, in particolare dopo il grande cammino nelle qualificazioni (dieci vittorie consecutive e primo posto con 30 punti) e l’ottima partecipazione alla Nations League, con la semifinale contro la Spagna da giocarsi in autunno. L’avventura europea degli azzurri comincerà contro la Turchia (proprio come 21 anni fa in Olanda), proseguirà contro la Svizzera e si concluderà con il Galles. Ed è proprio in vista di questo appuntamento che andiamo ad analizzare le tre squadre che metteranno alla prova la squadra di Roberto Mancini.

TURCHIA – Semifinale di Euro 2008. In campo ci sono la Germania e la Turchia, sorpresa del torneo. I turchi sono per la prima volta al penultimo atto di un Europeo (nelle altre due partecipazioni della loro storia avevano raccolto un quarto di finale nel 2000 e un primo turno nel 1996) e vengono da una vittoria entusiasmante contro la Croazia ai quarti. Al 119esimo i croati segnano l’uno a zero, al 122esimo Senturk pareggia. Dopo un pari così rocambolesco la lotteria dei rigori non può che essere scontata. Modric, Rakitic e compagni sbagliano tre volte, i turchi invece sono infallibili.

Un momento magico che continua fino all’ultimo minuto della semifinale contro i tedeschi. A quattro minuti dalla fine ancora Senturk trova la rete del due a due (di Schweinsteiger, Klose e Boral le altre marcature), ma al 90esimo Lahm porta in finale la Germania e chiude la migliore avventura europea della storia turca.

Quello di Austria e Svizzera risulta però un exploit privo di continuazione. La promettente generazione turca del 2008 si sfalda ben presto. Un fallimento dietro l’altro iniziato con l’edizione successiva del torneo continentale in Polonia e Ucraina, con la Turchia incapace addirittura di qualificarsi. Nel 2016 la selezione torna in una fase finale di un Europeo, in Francia. Le soddisfazioni però sono poche. Fuori al primo turno, con appena una vittoria ottenuta. Quella contro la Repubblica Ceca nel match per stabilire l’ultimo posto nel girone.

È da questa base che il ct Senol Gunes ha costruito il suo piccolo capolavoro. Nelle qualificazioni per questo Europeo la Turchia ha conteso il primo posto con i campioni del mondo della Francia nel girone H: 25 punti i transalpini, 23 i turchi. Una squadra solida e organizzata che ha incassato una sola sconfitta contro l’Islanda per due a uno, peraltro in un contesto particolare. A Reykjavik la squadra è stata bloccata tre ore all’aeroporto per motivi poco chiari (controllo passaporti particolarmente scrupoloso e ritiro bagagli particolarmente lento).

I giocatori più talentuosi in rosa sono Calhanoglu, Yilmaz e Yazici. Il primo è il centro tecnico della squadra. L’uomo capace di segnare e far segnare. Ma se su Calhanoglu sappiamo tutto dopo le sue annate con la maglia del Milan, meno cose conosciamo degli altri due. Entrambi giocano nel Lille campione di Francia ma hanno ruoli diversi. Yilmaz ha 35 anni e rappresenta la figura di riferimento dello spogliatoio. Una sorta di monumento del calcio turco. È secondo nella classifica cannonieri della Turchia e nel suo palmares ci sono 4 Supercoppe turche, 3 Coppe di Turchia e due campionati. Yazici è invece il volto nuovo. Ha 24 anni e quest’anno ha raggiunto la consacrazione personale. Oltre al sopracitato titolo in Francia c’è anche una Europa League giocata da protagonista, con due triplette messe a segno nel girone. Una contro lo Sparta Praga e una contro il Milan a San Siro. Altro giocatore ammirato nella nostra Serie A sono l’ex Roma Under, mentre il difensore Demiral è ancora in forza alla Juventus. Altri pilastri della difesa turca sono Soyuncu e Kabak.

GALLES – A portare nuovamente il Galles agli Europei è stato Ryan Giggs. Sette mesi fa l’ex leggenda del Manchester United è stato però arrestato per aver aggredito la compagna e la sorella e così è stato rimosso dalla carica di ct. Un posto che ha raccolto Robert Page, il quale ha un compito ben preciso: mantenere il Galles competitivo anche in questa edizione del torneo continentale.

Una missione tutt’altro che facile, soprattutto per due motivi. Il primo riguarda il percorso che la squadra ha compiuto per partecipare a Euro 2020. I ragazzi di Giggs hanno chiuso al secondo posto in un girone complicato come quello E. A meno tre dalla capolista Croazia e davanti a Slovacchia, Ungheria e all’Azerbaigian. Un ruolino da quattro vittorie, due pareggi e due sconfitte. Il secondo aspetto è però quello che dà maggiori pressioni alla formazione britannica. Il Galles viene dalla sorprendente semifinale conquistata nel 2016, quando era al suo esordio assoluto nella manifestazione. In Francia i gallesi vinsero il loro girone su Slovacchia, Russia e, soprattutto, Inghilterra. Poi sconfissero l’Irlanda del Nord 1 a 0 e il Belgio (una delle favorite) con un clamoroso 3 a 1. In semifinale cedono contro il Portogallo futuro campione, ma poco importa. Rimane il cammino e la sensazione di aver aperto una fase nuova del calcio gallese.

Un percorso che trovò in Robson-Kanu l’insospettabile protagonista assoluto. Cinque anni dopo, l’attuale giocatore del West Bromwich Albion non sarà però all’Europeo. Page non lo ha convocato così come Kieffer Moore, attaccante titolare inamovibile con Giggs. L’attuale ct preferisce una squadra più solida difensivamente. Centro tecnico ed emozionale della squadra è, ovviamente, ancora il capitano Gareth Bale. Non è più il giocatore ammirato tre o quattro anni fa, ma le fortune dei gallesi passano inevitabilmente dai suoi piedi e dal suo carisma. Il compagno da cercare nei momenti difficili. Dopo il giocatore del Tottenham c’è Aaron Ramsey. Affidabili i difensori Rodon e Mepham, entrambi classe 1997. Neco Williams, Daniel James (Manchester United) e Harry Wilson sono gli altri giovani da tenere sotto osservazione in una squadra atletica e fisica, che può essere ancora una volta una outsider del girone.

SVIZZERA – Nel 2016 ha raggiunto il suo miglior risultato agli Europei, ottenendo un ottavo di finale e perdendo contro la Polonia ai rigori. In precedenza l’avventura degli svizzeri nella rassegna continentale si era sempre conclusa ai gironi. Anche nell’edizione ospitata in casa (insieme all’Austria) nel 2008 gli elvetici non erano andati oltre un deludente ultimo posto. In questa edizione la Svizzera proverà a migliorare il risultato di quattro anni fa, continuando quel percorso di crescita che l’ha portata a qualificarsi quasi sempre a una fase finale di un torneo internazionale dal 2006 a oggi (unica eccezione gli Europei in Polonia e Ucraina nel 2012).

D’altronde le premesse sono ottime. Nelle qualificazioni ha finito il proprio girone al primo posto davanti alla Danimarca: 17 punti a 16. Ha perso lo scontro diretto ma ha fatto meglio dei rivali con le squadre che le erano inferiori, quando era fondamentale portare a casa la vittoria. Una squadra precisa e molto organizzata che rappresenta (sulla carta) l’avversaria più insidiosa per gli azzurri di Roberto Mancini dopo la Turchia. Guidata dall’ex tecnico della Lazio Petkovic dal 2014, la Svizzera ha in Shaqiri l’elemento di maggior spessore. Incostante con i club quanto trascinante in nazionale, l’ex Inter è l’uomo di riferimento di una squadra che può contare anche sui muscoli di Xhaka, l’intelligenza tattica di Freuler e il talento di Zakaria. Embolo e Seferovic sono invece i terminali offensivi. In difesa può contare sull’abilità di Akanji, sulle qualità Schär e sulla corsa di Ricardo Rodriguez, un altro giocatore che dà il meglio di sé quando viene chiamato a difendere i colori nazionali.

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