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Dove c’è seggio, c’è Sgarbi: è (anche) assessore in pectore nella eventuale giunta Michetti. Elenco (incompleto) degli incarichi dal 2012

Il critico d'arte, già deputato e sindaco di Sutri, ritira la candidatura a sindaco di Rome e si mette in prima fila per la delega alla Cultura del Campidoglio. Ecco i ruoli pubblici che ha ricoperto negli ultimi anni, raramente portati fino in fondo
Dove c’è seggio, c’è Sgarbi: è (anche) assessore in pectore nella eventuale giunta Michetti. Elenco (incompleto) degli incarichi dal 2012
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Dove c’è elezione, c’è Vittorio Sgarbi. Anche a Roma dove il deputato eletto con Forza Italia e sindaco di Sutri, è stato designato come assessore alla Cultura in pectore dell’eventuale giunta guidata da Enrico Michetti, l’amministrativista vicino a Fratelli d’Italia appena incoronato da Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani nel vertice di mercoledì. Sgarbi si era candidato mesi fa a sindaco di Roma con il suo Partito della Rivoluzione e dice di aver “ritirato” la sua candidatura a primo cittadino ma per il posto di assessore “non temo rivali”. Da possibile membro di giunta l’esordio è stato con i soliti insulti, questa volta alla sindaca della Capitale in carica, Virginia Raggi: “L’idea di questa pazza della Raggi di fare uno stadio con i grattacieli basterebbe per renderla inabile di fare il sindaco, è incapace di intendere e di volere”. Michetti aveva appena finito di dire che Sgarbi “ha un profilo altissimo e il mio ruolo sarà di servizio, non di comando. Voglio essere di supporto ai miei assessori e alle loro idee nel raggiungimento degli obiettivi che ci daremo”.

Vale la pena ricordare che negli ultimi dieci anni Sgarbi è stato candidato a diverse tornate elettorali in tutta Italia e ha ricoperto numerosi incarichi politici che raramente ha mantenuto fino a fine mandato. L’unico che resta al momento è quello di deputato: nel 2018 è stato infatti eletto alla Camera con Forza Italia grazie a un listino bloccato in Emilia, dopo che nell’uninominale aveva perso la sfida con Luigi Di Maio, nel collegio di Acerra.

Dal 2012 a oggi il critico d’arte è stato assessore a Baldissero d’Alba, a Urbino, a Cosenza, alla Regione Siciliana. E’ stato anche candidato non eletto o ritirato a sindaco a Salemi, Milano, a presidente della Regione Siciliana, che ha lasciato per il seggio alla Camera, e a consigliere regionale dell’Emilia Romagna a cui ha dovuto rinunciare sempre per l’incompatibilità con il ruolo di deputato. A ottobre scorso ha annunciato la candidatura a sindaco, a dicembre a presidente della Regione Calabria, di cui si è persa traccia. Tra gli anni Novanta e i Duemila è stato tra l’altro anche sindaco di San Severino Marche (per un anno), eurodeputato e sottosegretario ai Beni culturali, nel Berlusconi II.

A Montecitorio è stato deputato in 5 diverse legislature: l’ultima volta è stato eletto nel 2018 con Forza Italia ma è uscito poco dopo dal gruppo per iscriversi al gruppo Misto. Qui dentro è iscritto al sottogruppo di centrodestra Noi con l’Italia-Usei-Rinascimento.

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