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Sammontana assume 352 stagionali: si presentano in 2500. Cgil: “Se la retribuzione è giusta, i lavoratori ci sono”

Le parole di Rossano Rossi, delegato della Cgil nella storica azienda di gelati: "Se i datori di lavoro cominciassero a pagare bene i dipendenti, smettendo di sfruttarli, avrebbero la fila"
Sammontana assume 352 stagionali: si presentano in 2500. Cgil: “Se la retribuzione è giusta, i lavoratori ci sono”
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Il problema non è il reddito di cittadinanza, il problema è che “fino a quando gli imprenditori continueranno a offrire 3 euro l’ora, c’è poco da lamentarsi se non trovano lavoratori stagionali”. Rossano Rossi, segretario generale della Cgil di Lucca e delegato sindacale della Sammontana reagisce così di fronte alle segnalazioni quotidiane di aziende che non riescono a trovare stagionali e alle risposte di sindacati e associazioni che rivendicano la dignità degli stessi attraverso delle retribuzioni congrue. Intervistato dal Tirreno, Rossi non fatica a comprendere perché centinaia di lavoratori preferiscano prendere i sussidi statali invece che accettare lavori degradanti.

A suo dire, il problema reale è la mancanza di “domanda di qualità“, ovvero di un’offerta di lavoro con retribuzione adeguata alle ore svolte. E propone il suo esempio virtuoso: la Sammontana. L’azienda di Empoli, che da 70 anni produce gelati, “ha appena assunto 352 operai stagionali negli stabilimenti della fabbrica toscana, e al momento sono 2.500 le domande che si sono accumulate negli uffici dell’azienda. Sono persone che andrebbero di corsa a lavorare lì. Perché è un’azienda seria: riconosce i diritti ai suoi lavoratori e, ogni mese, dà ai suoi dipendenti uno stipendio medio che consente loro di vivere in modo dignitoso. Non è scontato, di questi tempi”.

Invece, le offerte di lavoro che girano sul mercato prevedono “pochi spiccioli e quasi zero diritti per molte, troppe, ore di lavoro. E poi gli imprenditori si lamentano pure, se non trovano gli stagionali – continua Rossi – C’è tanto sfruttamento, soprattutto nel settore della ristorazione e del commercio. Una storia nota ai sindacati, purtroppo. Lavoratori assicurati per 15 ore a settimana. Peccato che, in effetti, le ore di lavoro siano molte di più. Anche 45. O, magari, camerieri o cuochi che accettavano di tutto: anche interi mesi di lavoro nero”.

E quando gli si chiede cosa pensa in merito al fatto che molti datori di lavoro vedano nel reddito di cittadinanza l’origine di tutti i mali, il sindacalista risponde che secondo lui “la via maestra è, e deve essere, il lavoro“. “Ma le difficoltà che l’Italia sta attraversando le conosciamo tutti quanti. E, in questo quadro, si stanno accentuando sempre di più anche le disuguaglianze: i ricchi sono sempre più ricchi, mentre i poveri sono di più rispetto al passato e anche con maggiori difficoltà. Per questo il reddito di cittadinanza non deve essere stigmatizzato, ma visto come una possibilità. Se i datori di lavoro cominciassero a pagare bene i dipendenti – conclude – smettendo di sfruttarli, sono sicuro che avrebbero la fila”.

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