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Il presidente Macron cancella i 5 miliardi di debito del Sudan nei confronti della Francia. Berlino rinuncia a 360 milioni

I due paesi aiuteranno anche il governo sudanese a saldare gli arretrati con il Fondo monetario internazionale. Gli annunci sono giunti al termine della conferenza di Parigi alla quale hanno preso parte una quindicina di dirigenti di stati africani, europei e del Golfo, oltre ad organizzazioni internazionali che hanno risposto all’appello di Macron per un aiuto collettivo al Paese dopo la rivoluzione che ha estromesso dal potere Omar al-Bashir nell’aprile 2019
Il presidente Macron cancella i 5 miliardi di debito del Sudan nei confronti della Francia. Berlino rinuncia a 360 milioni
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La Conferenza di Parigi sul Sudan si chiude con la cancellazione dell’intero ammontare del debito del Paese nei confronti della Francia: 5 miliardi di euro. Berlino dal canto suo ne abbuona altri 360 milioni negli scambi bilaterali. I due paesi aiuteranno anche il governo sudanese a saldare gli arretrati con il Fondo monetario internazionale: 90 milioni di euro saranno garantiti da Berlino a tale scopo, mentre Parigi presterà un miliardo e mezzo di dollari. Martedì prenderà il via sempre nella capitale francese il vertice sul finanziamento delle economie africane.

Gli annunci sono giunti al termine della conferenza alla quale hanno preso parte una quindicina di dirigenti di stati africani, europei e del Golfo, oltre ad organizzazioni internazionali che hanno risposto all’appello del presidente Emmanuel Macron per un aiuto collettivo al Sudan dopo la rivoluzione che ha estromesso dal potere Omar al-Bashir nell’aprile 2019. “Libertà, pace, giustizia – ha detto Macron aprendo la conferenza – tre parole che hanno scandito i protagonisti della rivoluzione sudanese. La vostra rivoluzione – ha aggiunto – è così singolare perché è post-islamista, perché ha messo fine per la prima volta in tutta la regione ad un regime che utilizzava l’arma dell’islam politico per coprire le sue sbandate e per dividere il suo popolo. Sta ora al Sudan e alla comunità internazionale – ha proseguito – mostrare che il nuovo Sudan è un’opportunità per gli investitori e non più un caso disperato”.

Un tema, questo, ripreso anche dal ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio: “Il Sudan è un paese in cui possiamo costruire nuove opportunità per le nostre imprese grazie al nostro export – ha detto – ci sono grandi opportunità e lavorare a conferenze come queste significa lavorare al futuro, alla sicurezza e alla prosperità economica non solo dell’Africa ma anche di tutta l’Europa, di tutto il Mediterraneo”.

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